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Francesco Specchia rifiuta il ruolo alla Commissione ministeriale sul Cinema

La nomina era di Gennaro Sangiuliano ma il critico ha declinato dopo le dimissioni del ministro per lo scandalo Boccia

Il giornalista e critico cinematografico Francesco Specchia, noto inviato del quotidiano Libero, ha recentemente rifiutato la candidatura alla Commissione ministeriale sul Cinema. Questa commissione è incaricata di valutare e distribuire i fondi pubblici per i progetti cinematografici di interesse culturale. A proporre la nomina di Specchia era stato l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, attraverso un decreto firmato poche ore prima delle sue dimissioni. Tuttavia, Specchia ha scelto di declinare l’offerta, citando diverse ragioni legate sia a impegni personali che a questioni di opportunità politica e sociale.

La decisione di Specchia

In un’intervista all’Ansa, Specchia ha spiegato di aver preso in considerazione la mole di lavoro che l’incarico avrebbe comportato. Come inviato e critico ha sottolineato come le sue attuali mansioni quotidiane fossero già particolarmente impegnative e difficili da conciliare con l’attività di commissario. Tuttavia, un altro aspetto determinante nella sua scelta è stato il tema del riequilibrio di genere. Il neo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, aveva infatti sottolineato la mancanza di una rappresentanza femminile adeguata nella commissione, un problema che Specchia ha deciso di affrontare ritirandosi per lasciare spazio a nuove nomine femminili.

Francesco Specchia rinuncia alla Commissione Cinema
Francesco Specchia. Foto X @La7tv

Il contesto delle nomine

La Commissione Cinema è stata al centro di un dibattito politico dopo la nomina di 15 esperti avvenuta durante l’ultimo periodo del mandato di Sangiuliano. Tra gli altri membri indicati figurava anche il critico cinematografico Paolo Mereghetti, autore del celebre dizionario dei film in lingua italiana. Tuttavia, queste nomine hanno sollevato critiche per la mancanza di un adeguato equilibrio di genere. Giuli, al suo insediamento, ha subito annunciato la volontà di “rivedere e perfezionare” il decreto, con l’obiettivo di rispettare maggiormente la rappresentanza femminile.

Il riequilibrio di genere

Il riequilibrio di genere è diventato un tema centrale nel dibattito sulla composizione della Commissione Cinema. Giuli, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha riconosciuto l’importanza di intervenire su questo aspetto, ritenendo che un organismo decisionale pubblico debba rappresentare in modo equo sia uomini che donne. L’intervento del ministro è stato accolto con favore da diverse parti politiche e dallo stesso Specchia, che ha confermato la sua stima nei confronti di Giuli e la volontà di sostenere il suo progetto di rinnovamento.

Le reazioni di Specchia

Nella sua dichiarazione, Specchia ha ringraziato Sangiuliano per la fiducia accordatagli, ma ha anche riconosciuto la legittimità delle posizioni di Giuli. “Per dare spazio al necessario riequilibrio di genere” ha affermato Specchia, è giusto che la sua candidatura venga meno, permettendo così la nomina di una donna. L’auspicio finale del giornalista è che la nuova commissione lavori per il bene del cinema italiano, superando ogni barriera ideologica e politica.

La rinuncia di Francesco Specchia coincide con l’arrivo al Mic di Alessandro Giuli: un momento molto delicato per il ministero della Cultura, in seguito allo scandalo che ha coinvolto Gennaro Sangiuliano. Il nuovo ministro dovrà lavorare per ristabilire la fiducia nelle istituzioni culturali e garantire una gestione trasparente dei fondi destinati al settore. Tra le priorità ci saranno la valorizzazione del patrimonio culturale italiano e il supporto alle istituzioni museali e teatrali, che continuano a soffrire degli effetti post-pandemia. Un altro aspetto centrale sarà il potenziamento del turismo culturale, essenziale per l’economia italiana.

Sangiuliano caso Specchia ministero Cultura
L’ex ministro della Cultura, gennaro Sangiuliano. Foto X @wantedinrome

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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