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Francesca Andreoli: “Vermiglio, un progetto intenso che restituisce verità”

La produttrice del film premiato a Venezia 2024 in esclusiva per VelvetMAG

Tra i film premiati all’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia anche Vermiglio, la pellicola diretta da Maura Delpero. A contribuire al successo di questo progetto, indubbiamente, tutta la macchina organizzativa ivi compresi i produttori e i co-produttori. Ruolo fondamentale, dunque, anche per Francesca Andreoli, produttrice che ha collaborato all’ottenimento del primo grande traguardo di Vermiglio.

Francesca Andreoli è una produttrice italiana che vanta diversi fortunati esordi e collaborazioni con autori italiani contemporanei di indiscussa fama e valore come Leonardo Di Costanzo, Pietro Marcello e Alice Rohrwacher con i suoi film premiati a Cannes Le Meraviglie e Lazzaro Felice. Vincitrice del Leone d’Argento a Venezia 2024 con Vermiglio, Francesca Andreoli ha fondato una società di produzione, Cinedora, insieme a Leonardo Guerra Seràgnoli, Maura Delpero (regista di Vermiglio) e Santiago Fondevila Sancet. Noi di VelvetMAG l’abbiamo raggiunta per approfondire con lei i tratti della sua carriera e il percorso verso importanti traguardi, quali l’ottenimento di ambiti premi nel comparto cinematografico.

Francesca Andreoli, Vermiglio
Francesca Andreoli all’81esima Mostra del Cinema di Venezia @Foto Crediti Karen Di Paola

Intervista a Francesca Andreoli

Francesca, il suo lavoro da produttrice denota una passione molto grande per la cinematografica, da dove deriva questo “amore”?

Io avevo sempre avuto la passione per il cinema e quando ho terminato l’Università ho sfruttato la fortuna di trovarmi a Bologna e quindi nella città della Cineteca, una delle più grandi e prestigiose istituzioni legate al cinema nel nostro Paese. Tra l’altro, proprio in quel momento, la Cineteca ha avuto un’esplosione internazionale grazie ai rapporti, tra gli altri, anche con Martin Scorsese o la famiglia Chaplin. Questo, senza dubbio, è stato un momento di grande fermento. Quindi, una volta laureata, ho bussato alla porta della Cineteca chiedendo di fare uno stage e lì sono rimasta, poi, per tredici anni. La Cineteca è diventata il mio punto di formazione, ma anche casa e famiglia. In Cineteca ho fatto un po’ di tutto, dalla programmazione all’organizzazione dei festival, dal restauro alle ricerche d’archivio, fino ad arrivare alla film commission che poi mi ha portata ad approdare alla produzione.

Quindi la produzione non è stata la prima strada percorsa?

Si è trattato di un percorso molto bello, ma allo stesso tempo molto formativo e lì la mia passione per il cinema si è amplificata fino a portarmi sulla strada della produzione. Quando sono entrata non avevo idea che volessi fare la produttrice. È stato proprio un percorso maturato nel corso di tutti questi anni. E, ad un certo punto, ho deciso di fare il salto, con molta cura, ho deciso di lasciare Cineteca e iniziare a lavorare per Tempesta. La casa di produzione che all’epoca aveva una sede in Italia e una a Londra. Io mi occupavo della gestione di tutta la parte italiana, dapprima, con autori come Alice Rohrwacher e Leonardo di Costanzo. Lì ho imparato anche come si fanno le co-produzioni. A quest’ultime mi sono appassionata per il loro essere estremamente stimolanti.

Società Cinedora
Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Maura Delpero e Santiago Fondevila @Foto Crediti Karen Di Paola – VelvetMag

Da Cinedora alla ‘nascita’ di Vermiglio

Ci parli della società Cinedora, come nasce e quali obiettivi intende perseguire?

Cinedora nasce, come secondo me tutte le cose belle e talvolta di successo, da un moto spontaneo. È stato un momento che io definisco di ‘lucida follia’, perché abbiamo creato questa società nella quale ci sono io produttrice insieme a Leonardo Guerra Seràgnoli regista e autore, Maura Delpero regista e autrice e Santiago Fondevila Sancet attore. Quindi, diciamo, una compagine abbastanza diversificata con in comune la stessa sensibilità e il modo di voler fare cinema. Ci abbiamo pensato tanto. Chiacchierate, durate un anno, nelle quali emergeva la volontà di collaborare, ma anche il tempo necessario per strutturarci. Siamo partiti subito con il progetto di Maura, perché meritava di ‘fare il salto’ e di lavorare con calma e tranquillità. Con un impianto produttivo solido, per consentirle di curare ‘chirurgicamente’, come nel suo stile, ogni aspetto del suo film e di realizzare un progetto complesso.

La forte componente autoriale è alla base di Cinedora, da dove nasce questa scelta?

Io ho imparato dall’inizio, la Cineteca mi ha dato l’imprinting anche verso il cinema d’autore e quindi mi sono formata con i grandi autori del passato e poi ho cercato di trovarli anche nel presente. Ed ho scoperto che è un presente molto florido da questo punto di vista. Con Cinedora desideriamo portare avanti quello spirito che si prende ‘cura’ degli autori. Quindi, prendere pochi progetti di cui riusciamo a curare tutti gli aspetti. Essere di fianco all’autore, difatti, rappresenta una grande risorsa a partire dalla fase di scrittura e poi in tutte le successive fasi.

Spesso sono opere prime, perché credo che uno degli aspetti più stimolanti sia quello di scoprire gli autori e di andare a scovare il talento. E altra cosa che ho imparato è quella di guardare anche fuori dall’Italia, cercare co-produzioni che sono un bacino estremamente fertile di arricchimento.

Produzione Vermiglio
81esima Mostra del Cinema di Venezia, produzione “Vermiglio” @Foto Crediti Karen di Paola – VelvetMag

Vermiglio, Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia 2024

Parlando di premi, non possiamo non citare il neo premiato a Venezia: Vermiglio. Quale è stata, per lei, l’esperienza con questa pellicola e con il suo conseguente successo?

Raggiungere il traguardo di un premio rappresenta un emozione enorme. Fare un film è un processo, sia produttivo che creativo, complicatissimo. Ci sono sempre sfide nuove. In particolare Vermiglio era un film particolarmente complicato a livello di logistica e organizzazione, perché il tempo cronologico del film si svolge in un intero anno con tutte e quattro le stagioni. Per noi e per Maura (ndr.) era fondamentale rispettare questo tempo. Quindi, abbiamo prima girato la parte primaverile ed estiva e poi ci siamo fermati e abbiamo aspettato che arrivasse la neve. Questo ha comportato, ovviamente, questioni logistiche più complesse, necessarie tuttavia a donare al film quella verità che poi ha effettivamente colpito. Si tratta di una soddisfazione enorme, perché quando hai lavorato ad un progetto così intenso e in cui hai creduto fortemente e questo viene riconosciuto e premiato è un’emozione grandissima.

Ma come nasce questo progetto?

Io ho conosciuto Maura Delpero come spettatrice dei suoi primi lavori documentari, che erano già bellissimi e avevano già in sé gemme di talento molto forte. Ed entrambe abbiamo costruito una stima reciproca che ci ha portato a dire “vogliamo lavorare insieme“. Da lì è partito tutto, sia la società che lo sviluppo del film. Maura ci ha presentato, nelle sue prime versioni, una sceneggiatura già estremamente raffinata, completa e poetica. E quindi ci ha convinto subito. Da lì è iniziata la ricerca dei fondi e dei partner che, devo dire, hanno risposto con relativa immediatezza. C’è stato un entusiasmo condiviso da subito anche con Rai Cinema, partner produttivo molto importante, e questo ci ha dato la forza di cercare altri finanziamenti in Italia. E poi la Francia e il Belgio, gli altri due co-produttori: Charades Productions, che aveva già lavorato con il precedente film di Maura e che ha accolto in maniera molto positiva questo nuovo progetto, e Versus Production, che ha accettato subito la proposta.

Il futuro di Francesca Andreoli e di Cinedora

Prima di lasciarla vorrei lanciare uno sguardo al futuro. Il prossimo progetto del quale può darci alcune anticipazioni?

Ci sono tanti progetti sia di esordienti che più complessi e strutturati. Il valore aggiunto di avere in società due registi, che sono un vulcano di idee, ci da la possibilità di vagliare sia progetti loro ma anche di guardare all’esterno. Il prossimo anno è dedicato solo agli sviluppi e alla scrittura e poi vedremo a cosa porteranno questi sviluppi. E adesso questo premio, chiaramente, ci ha dato un’iniezione di energia, positività ed entusiasmo e crediamo ci porterà nuove opportunità.

Francesca Andreoli
Francesca Andreoli @Foto Crediti Karen Di Paola – VelvetMag

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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