La guerra tra Russia e Ucraina sta entrando in una fase sempre più delicata. Gli Stati Uniti potrebbero consentire a Kiev di usare armi a lungo raggio sul territorio russo. L’amministrazione Biden sta valutando l’opportunità di revocare alcune limitazioni precedentemente imposte sull’uso delle armi occidentali da parte delle forze ucraine, una mossa che segnerebbe un significativo cambio di strategia da parte di Washington.

La questione riguarda soprattutto l’impiego di armi a corto raggio. Queste armi sarebbero utilizzate esclusivamente per colpire obiettivi vicini al confine, come le basi militari russe da cui partono gli attacchi contro l’Ucraina. Biden, tuttavia, ha chiarito che non si tratta di autorizzare attacchi su città come Mosca o su obiettivi civili, ma solo su installazioni militari che rappresentano una minaccia diretta per l’Ucraina.

Foto Ansa/Epa/Bonnie Cash

Le motivazioni di Biden

Il cambiamento di posizione degli Stati Uniti sembra legato al peggioramento della situazione sul campo di battaglia in Ucraina. Le forze ucraine sono impegnate in una difficile controffensiva, mentre la Russia ha rafforzato le sue difese e continua a lanciare attacchi contro le regioni di confine come Kursk e Belgorod. Alcuni alleati occidentali, come la Finlandia e il Canada, hanno già rimosso restrizioni simili, consentendo a Kiev di utilizzare le proprie armi anche per attaccare in territorio russo.

La risposta della Russia

Non si è fatta attendere la dura reazione di Mosca. Dmitri Medvedev, ex premier russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza, ha risposto alle notizie riguardanti la possibile autorizzazione americana con minacce velate di un uso delle armi nucleari. Secondo Medvedev, qualsiasi attacco dell’Ucraina su suolo russo con armi occidentali sarà considerato una partecipazione diretta della Nato al conflitto. Un casus belli che potrebbe giustificare ritorsioni su larga scala.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Foto Ansa/Epa

Da parte sua il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Galuzin, ha definito “oscene” le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti. E ha sottolineato che a ogni violazione del territorio russo, indipendentemente dalla regione, seguirà una risposta adeguata da parte di Mosca. La tensione tra le due superpotenze sembra quindi destinata a crescere, con la Russia che promette ritorsioni contro ogni attacco, anche se limitato geograficamente.

Effetti in Ucraina e fuori

L’autorizzazione a Kiev potrebbe avere un impatto significativo sull’evoluzione del conflitto. Da un lato, potrebbe consentire all’Ucraina di rispondere in modo più efficace agli attacchi russi e di colpire le basi militari da cui partono i bombardamenti. Dall’altro, c’è il rischio di una pericolosa escalation, soprattutto se Mosca interpreterà l’uso delle armi occidentali in Russia come un coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto.

Con l’avvicinarsi del vertice Nato e delle elezioni presidenziali statunitensi, Biden sembra essere sotto pressione. Il presidente uscente degli Stati Uniti intende prendere decisioni che possano cambiare le sorti della guerra. Tuttavia, l’incertezza e le divisioni interne all’amministrazione americana potrebbero influenzare la tempistica e la portata di questo possibile via libera. L’America è nel pieno di una intensa campagna elettorale per le presidenziali del 5 novembre. L’attenzione dei cittadini è elevata, se si pensa che sono stati quasi 80 milioni gli americani che hanno assistito al dibattito televisivo fra Donald Trump e Kamala Harris dello scorso 10 settembre.