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Draghi da Marina Berlusconi, il giallo dell’incontro a Milano

Il blitz segreto dell'ex premier, sminuito come "evento programmato a da tempo", lascia adito alle più varie speculazioni politiche

L’ex premier e presidente della Bce, Mario Draghi, è stato ospite di Marina Berlusconi nella sua abitazione milanese lo scorso 11 settembre. Secondo l’Ansa Draghi, che due giorni prima a Bruxelles aveva presentato il suo rapporto sulla competitività in Europa, è uscito in auto da casa Berlusconi nel primo pomeriggio. Poco dopo è stato visto uscire anche Gianni Letta, storico braccio destro di Silvio Berlusconi.

Un portavoce della presidente di Fininvest e del gruppo Mondadori ha fatto sapere che si è trattato di “un incontro di cortesia già pianificato da tempo, oltre che un’occasione di conoscenza reciproca”. “Rientra nella prassi consolidata di incontri a vari livelli che la Presidente Berlusconi svolge in qualità di imprenditore” ha aggiunto il portavoce. Giovedì 12 settembre Draghi, nel corso dell’evento Il Tempo delle Donne alla Triennale di Milano, ha dato una risposta sibillina alla domanda del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, sui suoi progetti per il futuro: “Forse farò qualcosa o forse no, chi lo sa”. Alcuni osservatori hanno interpretato queste parole alla luce dell’incontro con Marina Berlusconi, il cui contenuto, però, resta del tutto riservato.

Mario Draghi Marina Berlusconi dialogo politico
Foto Ansa/VelvetMag

Il contesto politico dell’incontro

Non è dato dunque sapere che cosa sia siano detti i tre, perché, come sopra accennato, all’incontro a casa Berlusconi era presenta anche lo storico consigliere Gianni Letta. Le proposte di Forza Italia a favore dello Ius Scholae, da un lato; gli spot che dalle prossime ore andranno in onda sulle reti Mediaset a favore dei diritti e dell’inclusione, dall’altro, fanno da cornice.

E non appare un caso, tuttavia, che tale incontro sia avvenuto a pochi giorni dalla presentazione che Draghi ha fatto a Bruxelles del suo rapporto sulla competitività in Europa. Un testo di 300 pagine che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, gli aveva richiesto nei mesi scorsi. E che segue quello che un altro ex premier italiano, Enrico Letta, ha presentato in aprile al Consiglio europeo sul futuro del Mercato Unico, dal titolo Much More than a Market.

Il rapporto Draghi

Dal canto suo, invece, Mario Draghi ha concentrato la sua analisi su due temi principali: la necessità di una maggiore cooperazione fra gli Stati membri dell’Unione europea e una più efficace gestione del debito comune. Nel suo rapporto, Draghi sottolinea l’importanza cruciale della cooperazione tra i paesi della Ue, soprattutto alla luce delle recenti crisi economiche, energetiche e geopolitiche.

Letta presenta all'incontro con Draghi da Marina Berlusconi
Gianni Letta. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Draghi evidenzia come l’Unione europea abbia dimostrato una certa resilienza nell’affrontare sfide come la pandemia e la crisi energetica legata al conflitto in Ucraina. Ma sottolinea che è necessaria una maggiore integrazione economica e politica per gestire le emergenze future.

Secondo il rapporto, gli strumenti di coordinamento tra gli Stati devono essere potenziati. Questo comporta, ad esempio, una migliore gestione dei flussi finanziari tra i vari Paesi e la promozione di politiche comuni per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della transizione energetica.

Riformare il Patto di Stabilità

In particolare, Draghi propone la creazione di meccanismi più snelli e condivisi per facilitare decisioni rapide e concertate a livello europeo. Uno dei punti cardine del rapporto riguarda la gestione del debito comune all’interno dell’Unione. Draghi riconosce i progressi compiuti, specialmente con l’introduzione del Next Generation EU, ma sostiene che l’Europa debba fare di più per garantire una gestione più coordinata e solidale dei debiti sovrani. In particolare, suggerisce una riforma del Patto di Stabilità e Crescita, che attualmente pone limiti stringenti sui bilanci pubblici degli Stati membri.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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