Foto Ansa/Massimo Percossi
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta una parte fondamentale della retribuzione dei lavoratori italiani. Ogni anno il datore di lavoro lo accantona e può essere lasciato in azienda o destinato a un fondo pensione. Questa decisione non è da sottovalutare, poiché può influenzare significativamente il montante previdenziale che il lavoratore riceverà al termine della carriera lavorativa. Quali sono le differenze tra le due opzioni e quale conviene di più?
Il TFR è una somma di denaro che il datore di lavoro accantona per ogni dipendente, pari a una percentuale dello stipendio annuale. Questo importo viene solitamente liquidato alla fine del rapporto lavorativo, sia per pensionamento che per dimissioni o licenziamento. Se il TFR rimane in azienda, il suo rendimento è fissato per legge: l’importo cresce con un tasso pari all’1,5% annuo più il 75% dell’inflazione. In questo modo si garantisce una crescita modesta ma sicura. Tuttavia, negli ultimi anni, i rendimenti sono stati inferiori rispetto a quelli offerti dai fondi pensione.
I fondi pensione sono strumenti di previdenza complementare che offrono ai lavoratori un’opzione per incrementare il proprio montante pensionistico. Quando si decide di destinare il proprio TFR a un fondo pensione, i contributi si investono in mercati finanziari, con l’obiettivo di ottenere rendimenti superiori rispetto al TFR che resta in azienda.
I fondi pensione sono suddivisi in diverse categorie di rischio, che vanno dai comparti garantiti (con minori rischi ma rendimenti più bassi) ai comparti azionari. Questi ultimi offrono potenziali guadagni più elevati ma con una maggiore esposizione alle fluttuazioni dei mercati finanziari. Secondo recenti studi, i fondi pensione hanno registrato rendimenti annuali superiori al 3-5%, ben oltre il rendimento del TFR mantenuto in azienda.
Quando si tratta di decidere tra lasciare il TFR in azienda o trasferirlo a un fondo pensione, è importante considerare vari fattori:
Una recente proposta del governo potrebbe introdurre l’automatismo per il trasferimento del TFR nei fondi pensione tramite il meccanismo del “silenzio-assenso“. Questo significa che, se un lavoratore non esprime esplicitamente la volontà di mantenere il proprio TFR in azienda, questo verrà automaticamente destinato a un fondo pensione. Tale misura è volta a incentivare la previdenza complementare e a garantire rendimenti più elevati ai lavoratori. Tuttavia, questa proposta ha suscitato preoccupazioni tra i sindacati, che temono che i lavoratori possano perdere il controllo sui propri risparmi senza una corretta informazione.
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