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Boccia da Floris? Al conduttore non basta il punto di vista della presunta amante di Sangiuliano

"L'inchiesta non si può svolgere solo sulle sue dichiarazioni" afferma il giornalista, che per il momento non la invita

L’imprenditrice e presunta ex amante dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia, lancia accuse pubbliche contro Giovanni Floris, conduttore del talk show televisivo DiMartedì su La7. Il quale, a detta di Boccia, non potrebbe offrire una corretta rappresentazione delle sue idee durante la sua trasmissione televisiva. Ma è Floris che non sembra avere alcuna intenzione, al momento, di invitare in trasmissione la Boccia.  

La polemica ha preso piede dopo che Maria Rosaria Boccia ha dichiarato di sentirsi oscurata e strumentalizzata. In sostanza l’influencer accusa il conduttore di non volerle darle adeguato spazio per esprimere le proprie opinioni in maniera compiuta. E ha quindi sollevato il dubbio che ci sia una volontà deliberata di ridurre la sua visibilità a favore di altre voci più allineate con il conduttore. Il punto è che Floris non l’ha invitata e probabilmente non la inviterà.

Boccia e Floris scontro fra l'ex amante di Sangiuliano e il giornalista
Foto X @Pressagencynews

Boccia in difficoltà con i giornalisti

Probabilmente sulla vicenda c’è ancora da dire, ma penso che ormai l’inchiesta non si possa svolgere solo basandosi sulle sue dichiarazioni“. Queste le parole di Giovanni Floris, il 15 settembre, sul caso della mancata consulente ministeriale Maria Rosaria Boccia e delle dimissioni dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Alla domanda se ospiterà o meno Boccia il volto di La7 ha risposto così. Da parte sua l’imprenditrice di Pompei ha postato una chat, sul suo canale Instagram, avuta con un giornalista de Il Tempo, Edoardo Sirignano. “Perché al posto di mandare dichiarazioni a caso si lascia intervistare e risponde alle mie domande, senza nascondersi dietro un telefono” avrebbe scritto il giornalista a Boccia. Lei replica che appaiono notizie non verificate.

Lui sembra insistere: “Se ritiene di aver ragione, perché non si lascia intervistare? Nessuno la vuole mangiare“. La replica: “Perché fa più notizia il gossip. Più volte vi ho fornito verità e smentite. Ma non ho visto gli stessi titoloni“. E ancora lui: “O perché vuole, piuttosto, che passino le verità che le fanno comodo…“. È finita che Boccia ha bloccato il contatto del cronista. A corredo del post, un pezzo de Il Tempo in cui si scrive che Giovanni Floris snobba la mancata consulente.

Giovanni Floris a DiMartedì
Foto Ansa

L’intervista saltata con Berlinguer

Tuttavia la polemica non si placa. Al contrario, hanno alimentato ulteriormente il dibattito sui social media, dove molti utenti hanno espresso il loro sostegno o la loro critica nei confronti di Floris. Alcuni spettatori hanno difeso la posizione della Boccia, affermando che il programma tende spesso a interrompere o marginalizzare gli interventi degli ospiti che espongono opinioni in contrasto con la linea editoriale prevalente.

L’intera vicenda ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione nei media italiani, con molti osservatori che si interrogano sulla reale indipendenza dei talk show televisivi. Alcuni critici sostengono che i programmi come DiMartedì dovrebbero fare maggiore attenzione a garantire pari visibilità a tutte le opinioni politiche, specialmente in un contesto come quello attuale, dove il clima politico è particolarmente polarizzato.

D’altro canto, i sostenitori di Floris ritengono che il conduttore sia uno dei pochi in grado di mantenere un equilibrio tra le varie fazioni politiche, garantendo al pubblico un’ampia gamma di opinioni. Una cosa è certa: pochi giorni fa Maria Rosaria Boccia ha annullato un’intervista con Bianca Berlinguer a Cartabianca su Rete 4 e i motivi non sono ancora chiari.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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