Un team internazionale di ricercatori, del quale fa parte anche la Scuola Normale di Pisa, ha scoperto qual è l’animale più longevo esistente. La scoperta è avvenuta grazie alla mappatura del DNA che ha permesso di svelare il segreto di questa creatura.
Un team internazionale di scienziati composto dai ricercatori del Fritz Lipmann Institute on Aging (FLI) di Jena, in Germania, e la Scuola Normale Superiore di Pisa ha mappato per la prima volta il genoma dell’animale vertebrato più longevo del mondo. La mappatura del genoma permette di comprendere la sequenza e la posizione dei geni sulla catena del DNA. Aspetto che, a sua volta, consente di acquisire informazioni più accurate sui meccanismi che permettono ad un essere vivente di riprodursi, svilupparsi e sopravvivere.
L’animale più longevo esistente in natura
Secondo quanto scoperto dai ricercatori, l’animale più longevo del mondo è lo squalo della Groenlandia. Organismo vertebrato che vive nell’Atlantico settentrionale e nell’Oceano Artico. Secondo quanto stimato, l’aspettativa di vita di questo squalo raggiunge i 400 anni. I dati della ricerca sono stati pubblicati sulla piattaforma biorXiv. Quest’ultimo un archivio disciplinare dedicato alla condivisione tempestiva di dati e risultati della ricerca prima della pubblicazione in rivista peer reviewed. Come spiegano gli scienziati protagonisti di questa interessante scoperta, sono pochi gli animali complessi che, in natura, vivono più a lungo dell’essere umano. Tra questi ci sono, ad esempio, le tartarughe giganti, come Jonathan, un esemplare di 191 anni.
Tuttavia, oggi, questo incredibile record sembra essere stato battuto dallo squalo della Groenlandia. Infatti, l’animale più longevo al mondo ha un codice genetico lungo il doppio rispetto a quello umano. Ed in generale, quella dello squalo della Groenlandia rappresenta una delle più grandi sequenze di genoma animale studiate fino a oggi. Come spiega Alessandro Cellerino, neurobiologo tra gli autori dello studio, che ha partecipato al lavoro anche con le ricerche di un dottorando in Neuroscienze, Davide Drago: “L’enorme dimensione del genoma dello squalo della Groenlandia è dovuta principalmente alla presenza di elementi ripetitivi e spesso autoreplicanti“.
L’importanza degli elementi trasponibili
Il dottor Cellerino, aggiunge, inoltre: “Tali elementi trasponibili, a volte chiamati geni saltatori o geni egoisti e spesso considerati parassiti genomici, rappresentano oltre il 70% del genoma di questo animale. Un elevato contenuto di ripetizioni è spesso considerato dannoso. Poiché i geni che saltano possono danneggiare il DNA e corrompere la sequenza del genoma. Nel caso dello squalo della Groenlandia, invece, ciò non sembra accadere“. Tale vertebrato, di contro, secondo gli scienziati potrebbe essere l’animale più longevo del mondo grazie all’espansione degli elementi trasponibili.
Questo quanto ipotizzato dagli esperti, supponendo che molti geni duplicati siano coinvolti, difatti, nella riparazione dei danni al DNA permettendo all’animale di vivere più a lungo. Dunque, come conclude il dottor Alessandro Cellerino: “Una scoperta notevole degli studi genomici comparativi è che le specie di mammiferi longeve sono eccezionalmente efficienti nel riparare il loro DNA e i risultati del nostro studio sembrano indicare che questi elementi nella loro duplicazione hanno ‘rapito’ geni per la riparazione del DNA che quindi sono stati anch’essi duplicati“.