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Nutkao, al Re del Marocco l’azienda piemontese dell’ “altra” Nutella

La fabbrica di creme spalmabili alla nocciola e al cacao passa di mano. Ha 400 dipendenti e stabilimenti in vari Paesi del mondo

In questo mese di settembre Nutkao, l’azienda piemontese famosa per le sue creme spalmabili alla nocciola simili alla Nutella della Ferrero, è stata acquisita dal fondo sovrano del Marocco. La cifra? Si aggira intorno ai 450 milioni di euro. L’acquisizione rappresenta un’importante mossa strategica per il Marocco, che mira a rafforzare la sua presenza industriale in Europa e, in particolare, in Italia. Ma gioverà davvero all’Italia e, soprattutto, il nuovo proprietario salvaguarderà i posti di lavoro o li taglierà brutalmente?

A guidare l’operazione è stato il fondo sovrano di investimento del re Mohammed VI (a destra nella foto in alto) già protagonista di investimenti significativi in vari settori globali. La Nutkao, fondata nel 1982 a Canove di Govone, in provincia di Cuneo, è specializzata nella produzione di creme spalmabili alla nocciola e al cacao. Conosciuta come un’alternativa alla Nutella – anch’essa piemontese, di Alba, a pochi chilometri di distanza – Nutkao ha guadagnato una posizione di leadership nel mercato europeo, esportando i suoi prodotti in oltre 80 paesi.

Crema nocciola e cacao
Foto VelvetMag

L’importanza dell’acquisizione

L’acquisizione di Nutkao segna un punto di svolta per la strategia industriale del Marocco. Il re Mohammed VI ha espresso da tempo l’intenzione di diversificare gli investimenti del suo paese, puntando su settori alimentari di alta qualità e su mercati esteri promettenti. La presenza in Italia, e nello specifico in Piemonte, rappresenta una grande opportunità al fine di espandere la propria influenza in Europa.

Il Piemonte, già noto per essere una delle regioni più industrializzate e dinamiche d’Italia, potrà beneficiare di questa acquisizione in termini di nuovi investimenti e occupazione locale. Le autorità locali hanno accolto favorevolmente l’operazione. E hanno sottolineato che l’arrivo di capitali stranieri può contribuire allo sviluppo e alla competitività del settore alimentare nella regione. La speranza è che non si tratti soltanto di un augurio ma di una realtà.

Investimento da 450 milioni

L’ammontare dell’acquisizione, stimato intorno ai 450 milioni di euro, evidenzia l’importanza strategica di Nutkao nel panorama industriale europeo. L’azienda piemontese, che conta oltre 400 dipendenti, possiede stabilimenti produttivi in Italia e all’estero, con una forte presenza negli Stati Uniti e in Africa.

la Nutkao di Govone (Cuneo) passa di mano
Foto X @lavocedialba

Questo investimento si inserisce in una più ampia strategia del fondo marocchino di acquisire marchi alimentari europei riconosciuti per la loro eccellenza. Nutkao, con il suo focus su prodotti di alta qualità, rappresenta un’eccellenza del settore dolciario italiano, e la sua acquisizione da parte del fondo sovrano del Marocco potrebbe aprire la strada a nuovi sviluppi tecnologici e innovazioni nel settore.

Nutkao nel mercato globale

La decisione del fondo sovrano del Marocco di acquisire Nutkao non riguarda solo l’Italia e il Marocco, ma potrebbe avere ripercussioni sull’intero mercato globale del cioccolato e delle creme spalmabili. Grazie all’integrazione delle competenze produttive piemontesi con le risorse finanziarie e strategiche marocchine, Nutkao potrebbe rafforzare ulteriormente la sua presenza sui mercati internazionali, soprattutto in Medio Oriente e Africa, dove il Marocco ha già relazioni commerciali consolidate.

L’acquisizione rappresenta anche un chiaro segnale di come i mercati alimentari globali stiano subendo un cambiamento, con sempre più interconnessioni tra Europa, Africa e Medio Oriente. Il Piemonte si trova così al centro di una dinamica economica che abbraccia più continenti e che potrebbe offrire nuove opportunità di crescita per le imprese locali.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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