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Pensioni, allarme dell’Inps: il sistema è a rischio squilibrio

Perché l'età media di pensionamento è di 64,2 anni, inferiore alle media Ue, e sono sempre meno le entrate contributive

Il sistema italiano delle pensioni è sotto pressione crescente, come evidenzia l’ultimo rapporto dell’INPS. L’età media di uscita dal lavoro si attesta a 64,2 anni, un dato che, unito alla generosità del sistema pensionistico, ha portato la spesa complessiva a raggiungere i 347 miliardi di euro nel 2023. Questo scenario ha acceso un nuovo allarme sull’equilibrio finanziario del sistema, che rischia di non reggere a lungo termine. Soprattutto in un contesto di inverno demografico e di ridotto potere d’acquisto per i pensionati.

Età media bassa e troppe uscite

In Italia i pensionati sono 16,2 milioni, destinati a crescere di numero, mentre i lavoratori attivi sono 26,6 milioni. Uno dei punti chiave del rapporto riguarda l’età media di pensionamento, considerata troppo bassa rispetto alla media europea e alle esigenze di sostenibilità del sistema. Nonostante le recenti riforme che miravano a innalzare progressivamente l’età pensionabile, il numero di uscite anticipate rimane alto. Questo fenomeno incide direttamente sul bilancio dell’INPS, che si trova a fronteggiare un crescente squilibrio tra contributi incassati e prestazioni erogate. La crescita delle pensioni anticipate, infatti, comporta un carico maggiore sul sistema, poiché i pensionati continuano a percepire assegni per periodi più lunghi. Questo, unito alla crescente aspettativa di vita, rende sempre più difficile mantenere l’equilibrio tra entrate contributive e uscite pensionistiche.

Pensioni Italia 2024
Foto X @ErmannoKilgore

L’inverno demografico

Un altro elemento critico è l’inverno demografico, ovvero la riduzione progressiva del numero di lavoratori attivi rispetto ai pensionati. L’Italia sta infatti attraversando una fase di calo della natalità, che riduce il numero di persone in età lavorativa. Secondo i dati, il rapporto tra pensionati e lavoratori sta progressivamente peggiorando, e questo rappresenta una minaccia diretta alla sostenibilità del sistema previdenziale.

Il rapporto dell’INPS evidenzia che nei prossimi anni il numero di pensionati crescerà ulteriormente, mentre la forza lavoro diminuirà. Tutto ciò aggraverà ulteriormente la situazione. Il calo di contributi versati mette a rischio la capacità del sistema di sostenere l’attuale livello di pensioni. Oltre ai problemi strutturali legati al sistema pensionistico, l’INPS ha sottolineato come il potere d’acquisto dei pensionati stia diminuendo. L’inflazione, che negli ultimi anni ha eroso il valore reale delle pensioni, ha colpito duramente i pensionati, i quali faticano a mantenere lo stesso tenore di vita con gli assegni pensionistici attuali.

Molti pensionati, soprattutto quelli con pensioni minime, trovano sempre più difficile far fronte alle spese quotidiane. Soprattutto in un contesto di rincaro dei beni di prima necessità e di spese sanitarie. Questo trend, se non affrontato, potrebbe portare a un incremento delle situazioni di povertà tra gli anziani, aggiungendo ulteriori pressioni al sistema di welfare.

Le soluzioni sul tavolo

Per far fronte a questa situazione complessa, diverse soluzioni sono state proposte da economisti e analisti del settore previdenziale. Tra le misure più discusse c’è l’aumento graduale dell’età pensionabile, per ridurre il numero di pensionati e allungare il periodo di contribuzione dei lavoratori. Questo, però, solleva questioni di equità, in particolare per i lavoratori che svolgono mansioni gravose o fisicamente usuranti.

Pensioni sistema dal riformare in Italia
Foto X @edgardogulotta

Un’altra proposta è quella di incentivare la partecipazione al lavoro dei giovani e delle donne, due categorie che attualmente registrano tassi di occupazione inferiori rispetto alla media europea. Aumentare il numero di contribuenti potrebbe alleviare le pressioni sul sistema pensionistico, almeno nel breve termine.

Infine, alcuni suggeriscono una revisione del calcolo delle pensioni, riducendo la generosità degli assegni per chi beneficia di pensioni elevate o ha goduto di trattamenti privilegiati in passato. Tuttavia, ogni riforma richiederà un delicato equilibrio tra sostenibilità economica e giustizia sociale, per non penalizzare ulteriormente i lavoratori e i pensionati più vulnerabili.

Il futuro del sistema pensionistico

In conclusione, il sistema pensionistico italiano si trova a un bivio. Senza interventi correttivi significativi, rischia di trovarsi in una situazione di squilibrio finanziario insostenibile. L’INPS ha lanciato un chiaro messaggio: occorre agire presto per evitare che le future generazioni si trovino a dover affrontare una crisi pensionistica ancora più grave. L’obiettivo, secondo l’istituto, è quello di trovare soluzioni che bilancino la necessità di mantenere il sistema in salute, senza sacrificare la qualità della vita dei pensionati attuali e futuri.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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