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Ddl Valditara approvato: torna il voto in condotta, col 5 si è bocciati

Via libera dalla Camera dei deputati al progetto di riforma voluto dal ministro dell'Istruzione

L’approvazione del Ddl Valditara sulla scuola da parte della Camera segna un importante cambiamento nelle politiche educative italiane. Ci sarà il ritorno del voto in condotta come elemento chiave per la valutazione degli studenti. Con il nuovo disegno di legge, i comportamenti scolastici assumono una rilevanza che può portare fino alla bocciatura per chi riceve un 5 in condotta.

Cosa prevede il Ddl Valditara

Il nuovo decreto legislativo che porta il nome del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, reintroduce il voto in condotta come parametro fondamentale. Per la promozione o per la bocciatura degli studenti. E stabilisce che chi ottiene un 5 in condotta sarà automaticamente bocciato. Gli studenti che riportano un 6 verranno invece rimandati a settembre, dovendo recuperare non solo le carenze didattiche ma anche quelle relative al proprio comportamento. Oltre alla valutazione del comportamento, la legge prevede un inasprimento delle sanzioni per le condotte violente, introducendo multe salate per coloro che aggrediscono insegnanti o compagni di classe, con cifre che possono arrivare fino a 10mila euro.

Valditara riforma Istruzione
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Foto Ansa/Tino Romano

Le reazioni alla legge

Il Ddl ha provocato reazioni contrastanti. Da una parte, numerosi presidi e insegnanti hanno accolto con favore la riforma, ritenendola una necessaria risposta ai crescenti problemi di disciplina nelle scuole italiane. Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ha sottolineato come questo provvedimento rappresenti un passo avanti per ristabilire l’autorità educativa e garantire un ambiente di apprendimento più sereno e rispettoso.

Dall’altra parte, le opposizioni hanno criticato aspramente la legge. E lhano definita un ritorno a una scuola repressiva. Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha attaccato la riforma. Per lui si tratta del  “simbolo di una scuola retrograda e autoritaria“. Anche i sindacati della scuola si sono espressi negativamente, con la FLC CGIL che ha parlato di un ritorno a un modello punitivo che non risolve i veri problemi educativi ma rischia di aggravare il clima scolastico.

Gli obiettivi della riforma

Secondo il Governo, il principale obiettivo della legge che Valditara ha proposto è quello di contrastare fenomeni di bullismo e violenza scolastica. Negli ultimi anni, sono stati riportati diversi casi di aggressioni ai danni di insegnanti e alunni, e il Governo ritiene che una stretta sul comportamento, accompagnata da sanzioni economiche, possa essere un efficace deterrente. Le sospensioni per comportamenti gravi sono state confermate, ma si punta anche a una maggiore collaborazione con le famiglie per correggere atteggiamenti problematici.

Nicola Fratoianni scontro con Valditara
Nicola Fratoianni. Foto Ansa/Maurizio Brambatti

Altra novità importante riguarda il ritorno dei giudizi sintetici alle scuole elementari, dove i voti numerici erano stati aboliti negli ultimi anni in favore di una valutazione più formativa. La riforma introduce nuovamente giudizi come “ottimo” e “insufficiente”, con l’intento di rendere più chiaro alle famiglie lo stato di apprendimento e comportamento dei propri figli.

I rischi del Ddl Valditara

Non mancano le preoccupazioni da parte degli esperti di educazione e psicologia scolastica. Molti pedagogisti temono che una rigidità eccessiva nella valutazione del comportamento possa non solo essere inefficace nel migliorare la condotta degli studenti, ma anche avere conseguenze negative sul loro percorso formativo. Secondo alcuni critici, punire severamente gli studenti con voti negativi senza fornire adeguato supporto potrebbe generare frustrazione e disaffezione nei confronti della scuola, invece di incentivare un cambiamento positivo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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