NewsPrimo piano

“Eliminato Nasrallah”, Israele bombarda Beirut: abbattuti 6 grattacieli per uccidere il capo di Hezbollah

Dopo Haniyeh, il capo di Hamas, ora anche il partito-esercito islamista libanese ha perso il leader carismatico. Sui social scene di festa in Siria

Precipita la situazione in Libano: Israele ha bombardato Beirut per ore, nel corso della serata e della notte fra il 27 e il 28 settembre. Tel Aviv ha infatti condotto una nuova serie di attacchi aerei contro la principale roccaforte di Hezbollah nel sud della capitale libanese. “Abbiamo eliminato Hassan Nasrallah” ha affermato il portavoce dell’esercito israeliano.

Mentre l’attenzione “è concentrata sulla sorte del leader Hezbollah, Hassan Nasrallah, bisogna tenere presente che abbattere più di 6 grattacieli senza preavviso/evacuazione significa causare centinaia di vittime. Si tratta di un evento con numerose vittime, qualsiasi siano le perdite Hezbollah“. Così su X Charles Lister, direttore del Programma sulla Siria del Middle East Institute di Washington.

Hassan Nasrallah ucciso a Beirut dagli israeliani
Da sin., Netanyahu; l’esplosione a Beirut stanotte; Nasrallah. Foto VelvetMag

Il demone della guerra è inarrestabile?

Sono stati di gran lunga gli attacchi più feroci che hanno colpito Beirut da quando Tel Aviv ha spostato la sua attenzione dalla guerra a Gaza al Libano. Di Gaza ormai quasi non si parla più. Ma a Gaza si continua a morire. Così come adesso le persone muoiono in Libano. La vendetta di Israele per il pogrom nazista che miliziani di Hamas e altri gruppi hanno compiuto il 7 ottobre 2023 nei kibbutz al confine e a una festa in musica di giovani è inarrestabile.

E adesso si estende ai libanesi, non più soltanto ai palestinesi. Ufficialmente l’obiettivo del premier israeliano Benjamin Netanyahu è la distruzione del partito-esercito islamista Hezbollah, appoggiato dall’Iran, così come a Gaza l’obiettivo resta quello della distruzione di Hamas. Ma la guerra è un demone che una volta scatenato è molto difficile fermare. Lo si vede in Ucraina, dove non è mai esistito, neppure per un minuto, un momento di cessate il fuoco formalmente stabilito fra russi e ucraini in due anni e mezzo di conflitto. E laggiù si contano fra morti e feriti centinaia di migliaia di soldati, ai quali si deve sommare un minimo di 10mila civili uccisi.

Chi era Hassan Nasrallah

Tornando a Beirut, occorre sottolineare come il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, godesse di uno status di culto tra i suoi sostenitori musulmani sciiti. E come fosse l’unico uomo in Libano che ha il potere di fare la guerra o la pace. Il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, ha dichiarato che l’obiettivo dei bombardamenti era “il quartier generale centrale” di Hezbollah nella periferia meridionale della città.

Dopo gli attacchi a Beirut, Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato altri razzi contro Israelein difesa del Libano e del suo popolo“. Non ci sono state notizie immediate di vittime. È però da tempo che i razzi del partito-esercito islamista colpiscono i villaggi israeliani nel nord della Galilea, in una continua escalation dall’una e dall’altra parte che ha trovato nell’omicidio di Nasrallah un punto culminante. E oltre al fatto che ci sarebbero i servizi segreti israeliani dietro la manipolazione dei cercapersone di molti miliziani di Hezbollah in Libano, fatti esplodere a distanza, c’è da ricordare anche un altro ‘precedente’. Israele è infatti considerata responsabile dell‘assassinio del capo di Hamas, Ismail Haniyeh, ucciso il 31 luglio scorso a Teheran, la capitale dell’Iran, da un missile.

Nasrallah con Haniyeh in una foto di repertorio
Hassan Nasrallah (a destra) con Ismail Haniyeh. Entrambi sono stati uccisi da Israele che li considerava i capi del terrorismo antisemita. Foto X @KmalBen_S

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio