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Truffa del prefisso 33: come funziona e come proteggersi

Arrivano sempre più spesso sui nostri smartphone squilli da numeri di telefono sconosciuti e stranieri. Non bisogna mai richiamare

La truffa del prefisso +33 è una delle più recenti minacce telefoniche che colpisce utenti in tutta Europa, Italia inclusa. Questo tipo di frode sfrutta numeri di telefono con prefissi internazionali, in particolare quello francese (+33), per indurre le persone a rispondere o richiamare, con conseguenze spesso dannose. Analizziamo come funziona questa truffa e come evitare di cadere in trappola.

Come funziona la truffa

Questa tipologia di truffa si basa su chiamate fatte da numeri con prefisso internazionale, che appaiono sullo schermo come normali chiamate in arrivo. Gli utenti ricevono uno squillo (spesso breve, in modo che la chiamata risulti persa) e, se richiamano il numero, vengono addebitati costi elevati per la telefonata.

Truffa telefonica sempre più comune in Italia
Foto X @alifcoder

Il prefisso +33, in particolare, è associato alla Francia, e molti utenti non sospettano nulla poiché potrebbe sembrare una chiamata legittima da parte di conoscenti o aziende. Spesso, i truffatori utilizzano sistemi automatici per far partire queste chiamate su larga scala, e una volta che la vittima richiama, i costi possono accumularsi rapidamente, con tariffe che arrivano anche a 1,50 euro al secondo. In alcuni casi, i truffatori possono anche tentare di ottenere informazioni personali o bancarie durante la conversazione.

I rischi nascosti dietro lo squillo

Richiamare numeri sconosciuti con prefisso internazionale può sembrare un’azione innocua, ma comporta vari rischi. Oltre al rischio di addebiti elevati, queste chiamate potrebbero aprire la porta ad altre forme di truffa telefonica, come il furto di identità o la compromissione di dati personali.

In alcuni casi, le chiamate sono seguite da messaggi vocali o SMS che chiedono alla vittima di chiamare un numero specifico o visitare un sito web, peggiorando ulteriormente la situazione. Gli utenti più vulnerabili, come gli anziani, sono spesso le vittime principali di questi schemi, ma chiunque può cadere in trappola se non presta attenzione.

Truffa telefonica, intervento dei carabinieri
Foto Ansa/Carabinieri

Come proteggersi dal prefisso 33

Per evitare di cadere vittima di questa truffa, è fondamentale seguire alcune semplici precauzioni:

  1. Non richiamare mai numeri sconosciuti con prefisso internazionale, a meno che non siate sicuri della loro origine.
  2. Bloccate i numeri sospetti.
  3. Verificate il numero su internet.
  4. Attivate un servizio di allerta anti-truffa.

Che fare se si è caduti in trappola

Se avete risposto a una chiamata sospetta o avete richiamato un numero sconosciuto, e vi accorgete di addebiti elevati sul conto telefonico, è importante agire rapidamente:

  • Contattate immediatamente il vostro operatore telefonico per segnalare l’accaduto.
  • Segnalate la truffa alle autorità competenti.
  • Monitorate le vostre bollette telefoniche per rilevare eventuali attività sospette.

Le truffe telefoniche come quella del prefisso +33 continuano a proliferare grazie alla diffusione di nuove tecnologie. Tuttavia, con un po’ di attenzione e qualche precauzione, è possibile proteggersi e ridurre significativamente il rischio di cadere vittima di questi schemi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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