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Astronauti bloccati sulla ISS: l’odissea di Williams e Wilmore

Rientreranno a febbraio 2025 ma almeno la navicella che dovrà riportarli sulla Terra ha attraccato sulla Stazione Spaziale Internazionale

La missione sulla Stazione Spaziale Internazionale che doveva durare solo 8 giorni si è trasformata in un’odissea di mesi per due astronauti della NASA, Suni Williams e BarryButch’ Wilmore. Partiti il 5 giugno 2024 a bordo della navetta Boeing Starliner, i due astronauti avrebbero dovuto testare la capsula, ma i problemi sono cominciati poco dopo l’attracco alla ISS. Perdite di elio e guasti ai propulsori hanno obbligato la NASA a interrompere il piano originale e a posticipare indefinitamente il loro ritorno sulla Terra.

La missione di salvataggio

Per riportare indietro i due astronauti, è stata organizzata una missione di recupero. Il 28 settembre 2024, la capsula Crew Dragon di SpaceX è stata lanciata da Cape Canaveral. A bordo della navetta vi erano solo due astronauti, invece dei consueti quattro, per fare spazio a Wilmore e Williams. Il comandante Nick Hague della NASA e il cosmonauta russo Alexander Gorbunov sono stati incaricati di agganciarsi alla ISS e preparare i colleghi al rientro.

Astronauti Wilmore Williams
Gli astronauti Butch Wilmore e Suni Williams. Foto Ansa/Epa/Nasa

Sebbene la navetta Crew Dragon abbia raggiunto con successo la Stazione Spaziale Internazionale, per il rientro degli astronauti serviranno mesi. Le missioni programmate sulla ISS non permettono un ritorno prima del 2025, con una data provvisoria fissata per febbraio. Questo prolungherà la permanenza di Williams e Wilmore a otto mesi, ben oltre la durata inizialmente prevista.

Astronauti, vita e sfide a bordo

Nonostante le difficoltà, i due astronauti hanno mantenuto un atteggiamento positivo. Durante una conferenza stampa tenutasi a settembre, Williams e Wilmore hanno rassicurato il pubblico sulle loro condizioni di salute, affermando di stare bene e di aver sfruttato il tempo extra a bordo per ulteriori ricerche scientifiche. La loro esperienza pluriennale e il rigoroso addestramento li hanno preparati a fronteggiare queste situazioni estreme.

Navetta astronauti ISS
La missione SpaceX Crew-9 decolla alla volta della ISS per raggiungere gli astronauti bloccati. Foto Ansa/Epa Christobal Herrera-Ulashkevich

L’incidente con la Boeing Starliner ha sollevato numerosi dubbi sul futuro delle missioni spaziali con la navetta. Dopo il rientro della Starliner senza equipaggio, Boeing e NASA hanno avviato indagini per capire cosa sia andato storto e prevenire simili problemi in futuro. Tuttavia, il rischio rimane una parte inevitabile delle missioni spaziali, specialmente durante voli di prova.

La storia di Williams e Wilmore evidenzia le sfide e i rischi delle missioni spaziali, ma anche la resilienza degli astronauti e delle agenzie spaziali. La missione di salvataggio di SpaceX è un passo importante per garantire la loro sicurezza e dimostra l’importanza della collaborazione internazionale nello spazio. Se tutto procederà come previsto, i due astronauti torneranno sulla Terra nel 2025, chiudendo così uno dei capitoli più lunghi e imprevedibili della loro carriera.

Starliner, quali prospettive?

Mentre le indagini continuano, la comunità scientifica e l’opinione pubblica rimangono in attesa di risposte. Tuttavia, questo incidente sottolinea quanto siano complesse e imprevedibili le missioni spaziali, e quanto sia cruciale il ruolo della tecnologia e della preparazione nel garantire il successo di ogni singola missione. In ogni caso, tutta la vicenda che ha fatto finire ‘in trappola’ i due astronauti rappresenta una nuova sfida per la Starliner e per l’intero programma spaziale della NASA. Che dovrà dimostrare ancora una volta la sua capacità di affrontare e superare anche gli ostacoli più imprevisti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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