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Boris Johnson: “Ero pronto a invadere l’Olanda per recuperare i vaccini anti-Covid”

Surreali amissioni nell'autobiografica dell'eccentrico ex premier inglese, il cui Governo crollò due anni fa sotto i colpi del party gate

Durante il periodo della pandemia di Covid-19, i governi di tutto il mondo si sono trovati ad affrontare sfide senza precedenti, tra cui la disponibilità limitata di vaccini. Tuttavia, pochi avrebbero immaginato che una delle risposte più estreme a questa crisi fosse potuta giungere, per fortuna soltanto sul piano teorico e non fattuale, dal sia pur eccentrico ex primo ministro britannico Boris Johnson. Nella sua autobiografia Johnson ha rivelato che, durante i mesi più critici della pandemia, aveva considerato l’ipotesi di compiere un blitz militare in Olanda per recuperare vaccini AstraZeneca, il colosso farmaceutico anglo-svedese, destinati al Regno Unito.

L’allucinante idea di Johnson

L’idea, sebbene mai concretizzata, rappresentava in sostanza una reazione al blocco dell’esportazione dei vaccini che l’Unione europea aveva imposto fuori confini dei 27, in risposta alla scarsità globale di dosi. A quel tempo, la Commissione europea aveva bloccato l’export di vaccini prodotti in impianti situati in paesi membri, tra cui l’Olanda, nel tentativo di garantire un’adeguata fornitura per i cittadini europei.

Boris Johnson ex primo ministro britannico
Boris Johnson. Foto Ansa/Andy Rain

Boris Johnson, noto per il suo stile provocatorio e per decisioni politiche spesso fuori dagli schemi, ha dichiarato che la frustrazione crescente nel vedere i vaccini destinati al Regno Unito bloccati alle frontiere europee lo aveva spinto a considerare opzioni drastiche. Secondo alcune fonti vicine all’ex primo ministro, dell’idea avrebbe discusso in riunioni informali con membri del suo governo, suscitando non poche preoccupazioni tra i collaboratori.

Un contesto di forte tensione

Nel 2021, quando le case farmaceutiche di tutto il mondo hanno cominciato a diffonderli, i vaccini sono diventati la risorsa più preziosa nella lotta contro il Covid-19. E le relazioni diplomatiche tra il Regno Unito e l’Unione Europea si sono deteriorate. La decisione dell’Ue di limitare l’export di vaccini ha creato tensioni, specialmente con il Regno Unito, che si trovava ad affrontare una delle più gravi crisi sanitarie della sua storia recente non meno del resto del vecchio continente.

AstraZeneca, che aveva stabilito un accordo per la fornitura di milioni di dosi al Regno Unito, ha dovuto affrontare ritardi nella produzione e distribuzione a livello globale. Gli stabilimenti situati nei Paesi Bassi sono stati particolarmente cruciali, producendo una parte significativa delle dosi distribuite in Europa. La prospettiva di un blocco permanente dell’export da parte dell’Ue ha creato un’atmosfera di tensione crescente, con accuse reciproche tra i leader europei e britannici.

Boris Johnson Covid scontro Olanda
Un’immagine di repertorio dell’emergenza Covid. Foto Ansa/Massimo Percossi

Una rivelazione controversa

La rivelazione di Boris Johnson ha immediatamente scatenato un’ondata di critiche e discussioni. Da un lato, c’è chi difende la sua posizione, sottolineando la gravità della situazione in cui si trovava il Regno Unito in quel momento. Con migliaia di morti ogni settimana e un sistema sanitario sotto pressione estrema, alcuni sostengono che Johnson abbia semplicemente esplorato tutte le opzioni disponibili per proteggere la salute pubblica.

Dall’altro lato, numerosi commentatori e analisti politici hanno condannato la proposta come irresponsabile e pericolosa. L’idea di invadere militarmente un paese amico, membro della NATO, per questioni legate alla distribuzione di vaccini, appare semplicemente come una follia. UN gesto foriero di gravissime conseguenze, estremamente provocatorio, che avrebbe potuto compromettere gravemente le relazioni con l’Europa in un momento già delicato.

Questa rivelazione getta nuova luce sulla gestione della pandemia da parte del governo di Johnson, notoriamente crollato sotto i colpi del cosiddetto “party-gate. Ovvero il più grave scandalo di una lunga serie che ha portato nel 2022 alle dimissioni dell’allora premier britannico. Il quale era stato pizzicato in festeggiamenti con altre persone, in barba a ogni regola anti-Covid che nel frattempo il suo esecutivo aveva imposto alla popolazione, a cominciare dal lockdown.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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