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John Amos: un’icona della televisione americana grazie a “Good Times”

Celebre anche nei panni di Kunta Kinte, si è spento all'età di 84 anni ma la sua scomparsa è stata resa nota solo di recente

John Amos è stato un attore statunitense noto per il suo carisma, talento e soprattutto per il ruolo iconico di James Evans Sr. nella celebre sitcom americana Good Times.

La serie, andata in onda negli Anni ’70, rappresenta un capitolo fondamentale nella rappresentazione della famiglia afroamericana in televisione. Il personaggio di Amos, un padre forte e determinato, è diventato una figura simbolica, incarnando i valori di lavoro duro, integrità e responsabilità familiare.

John Amos
Addio John Amos – VelvetMag

Gli esordi e il successo di John Amos

John Amos è nato il 27 dicembre 1939 a Newark, nel New Jersey. Prima di diventare un attore affermato ha lavorato come scrittore, comico e giocatore di football professionista. Ha giocato per diverse squadre della NFL e della Canadian Football League prima di entrare a tempo pieno nel mondo dello spettacolo.

Amos ha cominciato a farsi notare nel mondo della televisione interpretando Gordy Howard, il meteorologo della serie The Mary Tyler Moore Show nei primi Anni ’70. Questo ruolo ha dato slancio alla sua carriera televisiva. Il ruolo che gli ha dato grande popolarità è stato quello di James Evans Sr., il padre forte e rigoroso della famiglia Evans nella sitcom Good Times (1974-1976).

La serie era una delle prime a rappresentare una famiglia afroamericana in un contesto realistico, e la performance di Amos come capofamiglia ha ricevuto ampi consensi. Tuttavia, ha lasciato lo show a causa di divergenze creative con i produttori, in quanto riteneva che la serie non trattasse adeguatamente i problemi sociali reali che affliggevano la comunità afroamericana.

Un altro ruolo fondamentale nella carriera di Amos è stato quello di Kunta Kinte adulto nella miniserie Roots del 1977. Questa serie, che racconta la storia della schiavitù attraverso diverse generazioni di una famiglia afroamericana, è diventata un fenomeno culturale e ha segnato una pietra miliare nella televisione americana. La sua interpretazione è stata estremamente toccante e ha contribuito al successo della miniserie.

Come è morto John Amos
John Amos si è spento all’età di 84 anni – VelvetMag

Vita privata

John Amos si è sposato due volte. Il suo primo matrimonio, con l’artista e attivista Noel Mickelson, ha avuto luogo negli Anni ’60. La coppia ha avuto due figli, Shannon Amos, produttrice e scrittrice, e K.C. Amos, regista. Più tardi, si è sposato con Elisabete De Sousa-Amos, con cui ha vissuto fino alla sua morte.

Oltre alla sua carriera, Amos è stato anche impegnato in cause sociali. È stato un critico aperto della rappresentazione stereotipata degli afroamericani nei media e ha utilizzato la sua piattaforma per promuovere una maggiore consapevolezza su questioni di giustizia sociale e razzismo.

La morte di John Amos e le parole della figlia Shannon

John Amos si è spento lo scorso 21 agosto 2024 all’età di 84 anni. Tuttavia, la figlia Shannon Amos ha dichiarato di averlo scoperto solo recentemente, a 45 giorni dalla sua scomparsa. “Sono senza parole. Siamo devastati e con molte domande“, ha ammesso la donna, che ha proseguito – “Siamo devastati e con molte domande su come sia potuto accadere 45 giorni fa, venendo a conoscenza della notizia attraverso i media come molti di voi“.  La sua scomparsa, sopraggiunta per cause naturali, è stata difatti rivelata dal figlio Kelly Christopher solo lo scorso 1° ottobre.

Lorenzo Cosimi

Cinema e tv

Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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