Quello che ci insegna “Il Piccolo Principe”
Da ogni pagina letta si può trarre una lezione, una speranza o talvolta una nuova prospettiva
Antoine de Saint-Exupéry con Il Piccolo Principe rimanda a diversi aspetti della fragilità umana, ma non tralascia la possibilità di sognare e, pertanto, di essere più forti dopotutto.
Per tanti Il Piccolo Principe è catalogato come un “libro per bambini“, secondo il parere di scrive (che il libro lo ha provato a leggere da bambina, ma lo ha capito da adulta) si potrebbe definire più un libro per ‘adulti-bambini‘. Mi spiego. Ad ogni pagina di questo romanzo, che contiene in sé poesia, sogno, magia, fragilità, speranza, forza e amore, è possibile per il lettore più ben predisposto cogliere sprazzi di insegnamenti, di lezioni di vita o semplicemente nuove prospettive con le quali guardare la vita.
Il Piccolo Principe ‘rivela’ l’essenziale
Non è azzardato affermare che più che la tenuta narrativa, la forza universale de Il Piccolo Principe, ancora intatta negli anni, sta nelle lanterne soffuse e poi più vivide che accende sul modo di vivere, di conoscere sé stessi e di apprezzare e valorizzare il rapporto con gli altri. Da quel minuscolo Pianeta in cui tutto era sotto controllo ai suoi occhi il Piccolo Principe attraversa e scopre tanti e variegati Pianeti, ciascuno con la predominante personalità e ciascuno con qualcosa di ‘universalmente’ accomunabile: la fragilità umana. Ma da ogni suo viaggio quel biondo Piccolo Principe troverà ispirazione e volontà di tornare a casa.
“Non si vede bene che con il cuore“, dice la volpe al Piccolo Principe “L’essenziale è invisibile agli occhi“. È questa una delle frasi più celebri che sono contenute nel romanzo di Saint-Exupéry. Ed in questa parole è contenuta una delle radici di questo testo, l’importanza data alle apparenze, al conosciuto e al tangibile, che spesso prevarica la meraviglia dell’intangibile verità che solo il cuore è in grado di osservare, comprendere e amare. Ed in questo concetto è racchiusa l’essenza delle relazioni, con sé stessi e con gli altri. Con il proprio ‘io fanciullo‘, che non riesce più ad immaginare o a disegnare.
Il valore del tempo e delle relazioni
Eppure, la purezza dell’infanzia è proprio quella che l’autore vuole esaltare, con la sua bellezza e la sua capacità di vedere orizzonti, dove da adulti si scorgono solo confini. Ed è per questo che Il Piccolo Principe ci ricorda che “Tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano“. E rimanendo sul tema delle relazioni e sul perché questo libro possa essere definito per ‘adulti-bambini’, un’attenzione va posta sul significato dell’amore. “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante“.
È il valore del tempo, della sua importanza nella costruzione e della sua fonte di equilibrio irrinunciabile. Sono questi gli spunti che si possono cogliere da Il Piccolo Principe. Sono la cura, la pazienza, la propensione e l’attesa sana a rendere ogni rapporto degno di essere chiamato tale. Il Piccolo Principe ama una rosa sul suo Pianeta che all’apparenza è una rosa come tutte le altre. La volpe gli farà capire che la sua rosa è unica, poiché lui l’ha scelta e se ne prende cura con tutto sé stesso. Ognuno è in grado di coltivare la propria rosa speciale e se è vero che, in fondo, siamo fatti di relazioni è anche vero che ciascuno è fatto della sua inestimabile unicità. Proprio quella “invisibile agli occhi“.