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Revolut lancia i prestiti personali in Italia

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Revolut, la nota fintech britannica, ha ufficialmente lanciato i prestiti personali anche in Italia, ampliando così la gamma dei suoi servizi. Con questa mossa, l’azienda si conferma un attore sempre più rilevante nel panorama finanziario europeo, sfidando le tradizionali banche italiane con un’offerta innovativa, digitale e orientata alla massima velocità e semplicità di utilizzo.

Revolut, come funzionano i prestiti

Revolut si distingue per la totale digitalizzazione del processo di richiesta del prestito. Non è necessario alcun incontro fisico con un consulente, né la presentazione di documenti cartacei complessi. Tutto si svolge direttamente tramite l’applicazione mobile dell’azienda, disponibile su dispositivi Android e iOS. Gli utenti possono richiedere un prestito che varia da poche centinaia fino a 50mila euro, con un piano di rimborso flessibile fino a 8 anni.

Finanziaria Revolut ItaliaFinanziaria Revolut Italia
Foto X @TheTimesofMalta

Uno degli aspetti più interessanti dell’offerta di Revolut è l’assenza di costi di istruttoria o di commissioni nascoste. Il cliente paga solo gli interessi sul prestito, che vengono calcolati in modo trasparente al momento della richiesta. Secondo le prime recensioni, i tassi applicati da Revolut sono altamente competitivi rispetto a quelli offerti dalle banche tradizionali, il che rappresenta un ulteriore incentivo per coloro che cercano opzioni di finanziamento rapide ed efficienti.

Il vantaggio della velocità

Uno dei punti di forza principali dei prestiti personali di Revolut è la velocità del processo. Dopo aver completato la richiesta, il denaro può essere accreditato sul conto in soli 5 minuti, rendendo Revolut una delle opzioni più rapide sul mercato italiano. Questa tempistica è possibile grazie all’integrazione con le piattaforme di verifica digitale, che consentono di effettuare controlli di solvibilità in tempo reale.

Revolut offre inoltre un’elevata flessibilità. L’utente ha la possibilità di scegliere importi e durate variabili, personalizzando il piano di ammortamento in base alle proprie esigenze finanziarie. Tutti i dettagli del prestito sono chiaramente visualizzati all’interno dell’app, permettendo così una gestione trasparente e senza sorprese.

Competizione con le banche

L’ingresso di Revolut nel settore dei prestiti personali segna una sfida diretta alle banche tradizionali. Le fintech stanno rivoluzionando il mondo del credito, rendendo i servizi finanziari più accessibili e convenienti per i consumatori, soprattutto per coloro che sono già abituati a gestire le proprie finanze tramite lo smartphone.

In Italia, dove la burocrazia bancaria è spesso percepita come lenta e complicata, l’approccio digitale di Revolut potrebbe rappresentare una svolta. La capacità di fornire prestiti in modo rapido, senza costi aggiuntivi e con una totale trasparenza sui tassi di interesse è destinata a fare presa su una clientela giovane e tecnologicamente avanzata.

Prospettive future

Con il lancio dei prestiti personali, Revolut punta a diventare il conto principale dei suoi utenti italiani. Questa strategia si inserisce in un piano più ampio che prevede l’introduzione di altri servizi finanziari, come il rilascio di IBAN italiani entro la fine del 2024 e la possibilità di richiedere carte di credito.

L’obiettivo finale della fintech è quello di affermarsi come una banca completa, in grado di offrire ai clienti una gamma di prodotti che spaziano dai conti correnti ai prestiti, passando per servizi di pagamento e investimenti. In un mercato competitivo come quello italiano, dove i colossi bancari dominano da decenni, l’ingresso di un player innovativo come Revolut rappresenta una sfida interessante. La fintech, che già conta oltre 2 milioni di clienti in Italia, punta ad ampliare ulteriormente la propria base utenti, offrendo servizi finanziari rapidi, convenienti e soprattutto digitali.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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