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Aumento accise sul diesel: una stangata inevitabile

Significativo aumento sulla accise: la fine del prezzo agevolato

Nel 2024, l’Italia assiste a un significativo aumento delle accise sul diesel, segnando la fine del prezzo agevolato rispetto alla benzina e scatenando preoccupazioni tra cittadini e imprese.

Dopo anni di discussioni, il governo ha deciso di riallineare le accise del diesel a quelle della benzina, una mossa che avrà importanti ripercussioni economiche. Si stima che l’aumento delle accise genererà entrate aggiuntive per lo Stato di circa 3,1 miliardi di euro all’anno, ma il costo ricadrà principalmente su automobilisti, autotrasportatori e settori legati alla logistica.

Diesel
Diesel, foto Ansa – VelvetMag

La fine del trattamento di favore per il diesel

Fino ad oggi, il diesel ha beneficiato di accise più basse rispetto alla benzina, una misura che molti governi hanno giustificato con l’intenzione di supportare il settore dei trasporti e l’industria pesante. Tuttavia, con il crescente focus sulla transizione energetica e la necessità di ridurre le emissioni di CO2, questo trattamento di favore è stato messo in discussione.

Il nuovo provvedimento punta a riallineare le accise del diesel a quelle della benzina, eliminando lo sconto che fino a oggi permetteva al gasolio di essere una scelta più conveniente per molti automobilisti e aziende. Questo aumento, previsto per ottobre 2024, potrebbe far salire il prezzo del diesel di diversi centesimi al litro, aggiungendo notevoli costi ai consumatori.

Le ragioni dietro l’aumento

Le ragioni dietro questa decisione sono molteplici. Da un lato, vi è la necessità di finanziare nuove politiche ambientali e sostenere il Green Deal europeo. L’aumento delle accise sul diesel rappresenta una fonte di finanziamento per iniziative ecologiche come l’Ecobonus e altre misure che incentivano il passaggio a veicoli più puliti e sostenibili.

Inoltre, il governo mira a bilanciare il bilancio pubblico in un momento in cui l’inflazione e i costi energetici continuano a crescere. Il riallineamento delle accise consentirà allo Stato di generare entrate aggiuntive, contribuendo a ridurre il deficit e a finanziare la spesa pubblica.

Le conseguenze per i consumatori

Per i consumatori, l’aumento delle accise si tradurrà in un aumento significativo del costo del pieno. Le associazioni dei consumatori stimano che un litro di diesel potrebbe arrivare a costare quanto o più della benzina, rendendo questo carburante meno competitivo. Le stime parlano di un possibile incremento di 0,10-0,15 euro al litro sul prezzo attuale del diesel.

Questo aumento rappresenta una “stangata” per le famiglie italiane, che già affrontano un alto costo della vita a causa dell’inflazione e del recente aumento dei prezzi dell’energia. Oltre ai consumatori privati, saranno colpiti in particolare gli autotrasportatori, che dovranno far fronte a costi operativi più elevati. Secondo Assoutenti, il rincaro potrebbe comportare un aumento dei prezzi dei beni di consumo, poiché le aziende di trasporto trasferiranno questi costi sui clienti finali.

L’impatto sul settore dei trasporti

Il settore dei trasporti è uno dei più esposti agli effetti di questo provvedimento. Gli autotrasportatori, già sotto pressione a causa dell’aumento dei costi del carburante negli ultimi anni, vedranno ulteriormente aumentare le loro spese. Molti esperti temono che questo possa portare a una spirale inflazionistica, con i prezzi di molti beni che aumenteranno a causa dell’incremento dei costi di trasporto.

Diesel
Diesel, Foto Ansa – VelvetMag

Alcuni settori specifici, come l’agricoltura e la logistica, potrebbero subire ripercussioni ancora più gravi. In Italia, molti prodotti agricoli sono trasportati su strada, e l’aumento delle accise potrebbe tradursi in un incremento dei prezzi al dettaglio. Allo stesso modo, le piccole imprese di logistica e trasporti potrebbero essere costrette a ridurre i margini di profitto o a riorganizzare i loro modelli di business per far fronte a questi nuovi costi.

Prospettive future

L’aumento delle accise sul diesel segna un punto di svolta nelle politiche fiscali italiane in materia di energia e trasporti. Tuttavia, molti esperti avvertono che questo potrebbe essere solo il primo passo verso una serie di ulteriori aumenti delle tasse ambientali, finalizzati a incentivare il passaggio a veicoli elettrici e a carburanti alternativi.

In risposta, alcune associazioni di categoria stanno già preparando proteste e richieste di esenzione per i settori più colpiti. In particolare, gli autotrasportatori e le piccole imprese stanno chiedendo al governo misure di compensazione, come il ripristino del rimborso delle accise o la concessione di bonus per l’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale.

L’aumento delle accise sul diesel rappresenta un passaggio cruciale nella politica energetica italiana, volto a ridurre la dipendenza dai carburanti fossili e a finanziare la transizione ecologica. Tuttavia, le ripercussioni economiche per i consumatori e le imprese saranno significative e richiederanno l’adozione di misure compensative per evitare un impatto eccessivo sui settori più vulnerabili.

Chiara Scioni

Intrattenimento & Cronaca rosa

Romana, esperta di logistica con la passione per il canto, motivo per cui è un'appassionata di talent show. Dai blog locali che fin da giovanissima frequenta per coltivare la passione della scrittura. Sceglie la facoltà di Lingue e Culture Straniere presso l’Università di RomaTre per approfondire alcuni ambiti multiculturali che l'appassionano del mondo anglosassone e latino. Predilige la cronaca rosa, infatti è una delle curatrici del blog di VelvetMAG dedicato ai VIP www.velvetgossip.it, ma non disdegna moda, Tv e intrattenimento.

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