Caso Boccia, dissequestrato il cellulare della presunta amante dell’ex ministro
Chat, conversazioni, messaggi: potrebbero emergere pesanti indizi, se non prove, di minacce e pressioni su Gennaro Sangiuliano
Il caso politico-giudiziario e di gossip che coinvolge Maria Rosaria Boccia e l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha visto un nuovo sviluppo. Dopo settimane di indagini e la perquisizione dell’abitazione di Boccia a Pompei, la Procura di Roma ha deciso di restituire alla donna il cellulare, precedentemente sequestrato come prova.
Il dispositivo era stato prelevato dai Carabinieri durante un blitz domiciliare, insieme ad altri strumenti tecnologici, come occhiali spia e computer. Le forze dell’ordine stavano indagando su presunti episodi di minacce e lesioni aggravate che Boccia avrebbe rivolto a Sangiuliano. Il caso ha avuto inizio con una denuncia dell’ex ministro, che ha accusato la donna di aver orchestrato una serie di azioni intimidatorie, incluse minacce fisiche e verbali. Un episodio chiave che ha fatto scattare le indagini riguarda una finta gravidanza che Boccia avrebbe utilizzato come strumento di pressione contro Sangiuliano, minacciando di rivelare informazioni compromettenti.
Le presunte minacce di Boccia
Le accuse contro Boccia sono gravi. Le indagini si sono concentrate sull’utilizzo dei suoi dispositivi elettronici, da cui sarebbero emerse prove cruciali. I messaggi scambiati tramite applicazioni di messaggistica avrebbero contenuto elementi di minaccia diretta e manipolazione psicologica. Di particolare interesse per gli investigatori sono state le conversazioni su WhatsApp, dove Boccia avrebbe minacciato Sangiuliano con la diffusione di informazioni false, danneggiando la sua reputazione.
La perquisizione e il sequestro
A fine settembre, i Carabinieri hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione di Boccia a Pompei, sequestrando il suo smartphone e altri dispositivi. Gli occhiali con telecamera, rinvenuti durante l’operazione, sono stati considerati un ulteriore elemento che ha destato sospetti sugli intenti di Boccia. Gli inquirenti hanno ipotizzato che la donna potesse aver utilizzato questi strumenti per raccogliere materiale compromettente.
Il dissequestro del cellulare
Il dissequestro del cellulare, avvenuto nei primi giorni di ottobre, segna una svolta nelle indagini. Secondo fonti giudiziarie, gli investigatori avrebbero concluso le analisi sul dispositivo, senza però fornire dettagli ufficiali sui contenuti ritrovati. La restituzione del cellulare a Boccia suggerisce che gli inquirenti ritengano di aver raccolto tutte le prove necessarie per portare avanti il caso senza ulteriori indagini sui dispositivi elettronici.
Nel frattempo, Boccia ha continuato a mantenere una presenza attiva sui social media, nonostante il sequestro dei suoi strumenti digitali. La donna ha pubblicato diverse immagini e commenti relativi alla sua vita quotidiana, dichiarandosi “operativa”, in un’apparente dimostrazione di sfida rispetto alle accuse rivolte contro di lei.
Caso Boccia, sviluppi futuri
La vicenda ha suscitato grande interesse mediatico, non solo per la gravità delle accuse, ma anche per la figura coinvolta. Ovvero Gennaro Sangiuliano: una personalità di spicco nel panorama politico e culturale italiano caduta in totale disgrazia, almeno dal punto di vista politico. I dettagli della denuncia e le prove raccolte fino ad ora lasciano supporre che il caso possa prendere pieghe imprevedibili.
Maria Rosaria Boccia, dal canto suo, ha rigettato tutte le accuse, sostenendo che le azioni a lei attribuite sono state fraintese. E che il suo comportamento è stato distorto nei resoconti investigativi. I suoi legali hanno dichiarato che presenteranno una difesa basata sulla mancanza di prove concrete che possano dimostrare la colpevolezza della loro assistita.