Daniela Santanchè a processo per il caso Visibilia
Al via l'udienza preliminare per falso in bilancio sulla società editoriale
Si è aperta il 4 ottobre l’udienza preliminare a Milano per Daniela Santanchè. La ministra del Turismo, e imprenditrice, deve rispondere di falso in bilancio e altre irregolarità finanziarie legate alla gestione di Visibilia. Ovvero la società editoriale di cui è stata fondatrice. Al centro dell’inchiesta, ci sarebbero alcune operazioni contabili che avrebbero portato a una distorsione dei bilanci dell’azienda, creando così un danno agli investitori.
Secondo quanto emerge dalle indagini della Procura di Milano, Santanchè avrebbe falsificato i bilanci di Visibilia per mascherare una crisi economica ormai in atto da tempo. La situazione sarebbe stata aggravata dalla gestione delle risorse finanziarie, in particolare durante la pandemia di Covid. Un periodo in cui l’azienda ha beneficiato di sussidi pubblici. Le accuse nei confronti dell’ex ministra riguardano quindi anche presunte truffe legate ai fondi Covid.
Gli azionisti chiedono giustizia
Alcuni azionisti minoritari di Visibilia, che avevano investito nella società, si sono costituiti parte civile nell’udienza preliminare, chiedendo un risarcimento di 180mila euro. Ritengono che la gestione contabile e finanziaria di Santanchè e dei suoi collaboratori abbia portato a un grave danno economico, riducendo il valore delle loro partecipazioni.
Gli avvocati degli azionisti sostengono che la gestione dell’ex ministra fosse volta a nascondere la situazione critica dell’azienda. In questo modo ingannando gli investitori e il mercato. La costituzione in giudizio come parte civile permetterebbe loro di richiedere un risarcimento diretto se verranno confermate le responsabilità penali di Santanchè.
Non solo Santanchè è coinvolta in questa vicenda. Anche il suo compagno, Dimitri Kunz d’Asburgo, la sorella e la nipote sono indagati per aver preso parte alla gestione irregolare di Visibilia. Questo allargamento delle indagini alla famiglia sottolinea come la Procura stia valutando l’ipotesi di un sistema di gestione condiviso che avrebbe contribuito al presunto dissesto finanziario.
La difesa di Santanchè
La difesa di Santanchè ha prontamente respinto le accuse, sostenendo che le operazioni contabili e finanziarie fossero state effettuate nel rispetto delle normative vigenti. I legali dell’ex ministra hanno dichiarato che la crisi economica di Visibilia era nota agli investitori. E che non vi sono state operazioni illecite volte a nascondere o falsificare i bilanci della società.
In particolare, la ministra del Turismo del Governo Meloni ha ribadito la sua innocenza affermando che “le accuse sono infondate” e che il processo servirà a fare chiarezza su tutte le sue azioni in qualità di imprenditrice. Ha anche sottolineato di essere stata sempre trasparente nelle sue dichiarazioni finanziarie e che la crisi di Visibilia è il risultato di fattori esterni, come l’impatto della pandemia sul mercato editoriale.
Prospettive del processo
L’udienza preliminare rappresenta il primo passo di un lungo percorso giudiziario che potrebbe portare Daniela Santanchè e gli altri imputati a un vero e proprio processo. Se le accuse dovessero essere confermate, l’ex ministra potrebbe trovarsi a dover rispondere di reati gravi, come il falso in bilancio e la truffa ai danni dello Stato.
Nel frattempo, gli azionisti di Visibilia continuano a monitorare la situazione con grande attenzione, nella speranza di ottenere giustizia per le perdite subite. Per loro, questo processo rappresenta un’importante occasione per fare luce su una gestione aziendale che ha messo in difficoltà l’intera società.