La Fedrigoni, noto colosso della carta, ha comunicato ufficialmente la chiusura della sua divisione Giano situata a Fabriano, in provincia di Ancona. Il ramo aziendale, che si occupava della produzione di carta per ufficio, non è più considerato sostenibile dal punto di vista economico. Perciò l’azienda è giunta alla decisione di dismettere l’attività. Questo drastico passo mette in pericolo 195 lavoratori, ora a rischio esubero e quindi licenziamento.

La decisione di Fedrigoni

Il gruppo Fedrigoni ha giustificato la chiusura di Giano con il calo della domanda di carta per ufficio, un segmento di mercato che ha visto una progressiva riduzione negli ultimi anni a causa della digitalizzazione e delle nuove abitudini di lavoro. La direzione aziendale ha dichiarato che, nonostante gli sforzi per diversificare e rendere sostenibile il comparto, i costi operativi non sono più giustificabili di fronte ai ricavi in continua diminuzione. Fedrigoni ha quindi deciso di concentrarsi su altri settori, come quello delle etichette e degli imballaggi di lusso, ritenuti più promettenti in termini di sviluppo e crescita.

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Impatto sui Lavoratori

I 195 dipendenti della divisione Giano sono ora in attesa di chiarimenti circa il loro futuro. Per molti di loro, la notizia ha rappresentato uno shock. La chiusura rappresenta non solo la perdita di un posto di lavoro, ma anche la fine di un legame storico tra Fabriano e l’industria della carta. Le cartiere sono da sempre state un pilastro economico della città, contribuendo allo sviluppo locale e fornendo lavoro a diverse generazioni.

Le organizzazioni sindacali si sono subito attivate per cercare di avviare un dialogo con la direzione di Fedrigoni, allo scopo di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti. Si parla di possibili ammortizzatori sociali o di ricollocamento all’interno del gruppo, ma al momento non ci sono ancora certezze su quali saranno gli esiti delle trattative.

Reazioni alla chiusura

La notizia della chiusura di Giano ha suscitato grande preoccupazione anche tra la popolazione locale e le istituzioni. Il sindaco di Fabriano ha espresso solidarietà ai lavoratori colpiti e ha sollecitato un intervento da parte del Governo e della Regione Marche. È stato chiesto un tavolo di crisi per discutere della situazione e valutare possibili misure per sostenere i dipendenti e garantire una transizione il più possibile indolore.

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Anche dal punto di vista politico, i rappresentanti locali hanno fatto sentire la loro voce. Diversi esponenti hanno sottolineato la necessità di tutelare l’occupazione nella regione, una zona già duramente colpita da altre recenti crisi industriali. La chiusura di Giano rappresenta un ulteriore colpo per l’economia marchigiana, che fatica a riprendersi da anni di difficoltà economiche.

Fedrigoni, le possibili soluzioni

Nonostante la situazione sembri drammatica, ci sono ancora speranze per una soluzione meno traumatica. I sindacati e la politica stanno facendo pressione su Fedrigoni affinché si cerchi una via per salvaguardare almeno parte dei posti di lavoro. Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di un eventuale reimpiego dei lavoratori in altri stabilimenti del gruppo o l’introduzione di strumenti come la cassa integrazione straordinaria.

Nel frattempo, Fedrigoni ha dichiarato di essere aperta a considerare tutte le opzioni, compreso il coinvolgimento di potenziali acquirenti per la divisione Giano, che potrebbero continuare a mantenere l’attività sul territorio. Tuttavia, non sono stati forniti dettagli concreti su possibili investitori interessati.