Alessandro Angelozzi: “L’abito da sposa nero e il velo con la dedica”
Il talentuoso stilista abruzzese presenta Love Escape la raffinata collezione sposa 2025
Una fuga d’amore nella città più romantica del mondo, Parigi, è lo scenario perfetto ed emblematico della nuova collezione sposa di Alessandro Angelozzi intitolata Love Escape. Proposte raffinate e suggestive in cui il pizzo francese è tra i tessuti protagonisti di un fil rouge di eleganza e maestria artigianale delle lavorazioni, interamente Made in Italy.
Il celebre couturier abruzzese stupisce ancora una volta le sue spose con l’inedita collezione bridal 2025 articolata su due filoni; da una parte la pulizia e l’essenzialità delle linee, con l’estrema semplicità e la linearità dei tessuti in mikado, duchesse, chiffon, dall’altra le costruzioni iper lavorate e opulente dei pizzi francesi. Nella rubrica VelvetWedding & Bon Ton Alessandro Angelozzi svela in esclusiva ed in anteprima le sue nuove proposte sposa. Abiti suggestivi che hanno il potere di rendere qualsiasi donna una vera e propria star nel giorno più importante della propria vita. Ed è proprio il designer che ci accoglie nel suo atelier di Garrufo, in provincia di Teramo, in un soleggiato pomeriggio di fine agosto, per svelarci tutto sulle nuove ben sessantacinque proposte, i cui modelli prendono il nome di donne.
Alessandro Angelozzi, intervista esclusiva VelvetMAG per VelvetWedding & BonTon
La Ville Lumiere è l’ambientazione elitaria della sua nuova collezione, come è avvenuta questa decisione?
Parigi è la meta che ho scelto, ma è una coincidenza che quest’anno sia ricaduta proprio lì la celebrazione delle Olimpiadi. Sono rimasto colpito dai racconti dei miei nipoti e di tanti ragazzi che scelgono la capitale francese per fare un week end con la propria dolce metà. Ho pensato che il romanticismo che si respira in questa città fosse lo scenario perfetto dove ambientare le mie nuove proposte. Non a caso tra i tessuti cardine appare il pizzo francese.
Chi ha curato la campagna?
Gli scatti sono del noto fotografo Alessandro Albi, la modella è l’americana Kateli, il modello Kilian Isaak.
Come si sviluppano le nuove proposte?
I trends sono due; da un lato troviamo la pulizia e l’essenzialità delle silhouette, impreziosita dal mikado. Duchesse, chiffon per una sposa essenziale, dall’altro una costruzione più articolata dei capi con un’estrema ricchezza dei tessuti che vede il pizzo francese protagonista.
Quest’essenzialità deriva dal fatto che ormai sempre più matrimoni si celebrano in un’età più adulta?
E’ sicuramente un insieme di cose; da un lato le tendenze sposa riflettono quelle della haute couture, ma sicuramente il fatto che una donna arrivi al grande giorno più tardi, rispetto ad anni fa, significa essere di fronte a delle clienti che hanno una maggiore consapevolezza di se stesse, donne emancipate, più informate. La scelta della semplicità ed essenzialità si sviluppa con gli abiti a redingote in mikado o con l’abito chiffon. Devo dire che si è persa la via di mezzo; come il corpino lavorato con la gonna liscia, attualmente si punta invece maggiormente ad una scelta di carattere.
Le sue spose fin da sempre sono moderne e contemporanee.
Sicuramente la contemporaneità è il mio marchio di fabbrica, prediligo una sposa sensuale, ma raffinata. Bisogna essere se stessi anche nel giorno del proprio matrimonio. In queste nuove proposte bridal 2025 le scollature sono vertiginose sulla schiena, non mancano i corsetti. L’abito da sposa deve avere una doppia immagine: bon ton, ma anche sexy. In fondo non fa che mettere in luce il carattere di una donna, la sua parte più raffinata con l’indole più sensuale.
Quali sono gli accessori cult per la nuova stagione?
Il guanto è in tulle, impercettibile di pizzo, che ricordiamo va indossato nel momento dell’ingresso in chiesa e poi va tolto. Li ho realizzati anche senza dita, dei manicotti che si possono portare durante la funzione religiosa e non sono invasivi. Il guanto è un elemento dell’haute couture, erano una caratteristica delle nobildonne nell’Ottocento, delle dive di Hollywood, poi delle sfilate dell’alta moda italiana. Un accessorio di grande classe e moda.
Tra gli abiti iconici Alessandro Angelozzi Couture 2025 cosa appare?
Un robe manteau, un abito che è sempre esistito, ma l’ho voluto interpretare in chiave sposa, in maniera sofisticata, si porta così senza nulla sotto. La giacca lunga a doppio petto può essere perfetta per un matrimonio civile. L’abito Ludmilla ha invece una seta preziosissima, file mares, utilizzata di colore porpora dai cardinali, un tessuto che viene prodotto solo a Como ed ha un procedimento complesso, con dei torchi speciali gli si dà una modellatura che sembra un gioco di onde. Il modello Zendaia, in pizzo francese, ha invece degli scolli profondi all’americana, la cappe bordate in rose di seta in questa collezione adornano gli abiti.
Tra le nuove proposte di Alessandro Angelozzi Couture l’abito da sposa nero
C’è persino un sensuale abito nero da sposa.
La tendenza black è per una sposa che ha un carattere determinato, ma anche chi vuole poter rindossare il suo abito. Insieme al rosso, il nero è un colore che amo utilizzare, poi non dimentichiamo che in estremo Oriente, in Cina, in Corea, in Giappone si indossano anche queste nuances forti. Ho voluto far risaltare molto le redingote, un’attenzione sui veri capi couture. Queste creazioni donano molto alla ragazza italiana perché la slanciano, le definiscono bene il punto vita. C’è anche l’abito con le piume di struzzo, da red carpet, le duchesse che io adoro.
Ed ancora tra i modelli più particolari cosa troviamo?
C’è quello romantico in duchesse di pura seta, la semplicità però è nella costruzione dei tessuti. Le redingote raffinate hanno delle meravigliose scollature dietro. La pulizia delle linee si appropria di costruzioni di alta moda. Non mancano gli abiti trasformabili, liet motive delle mie collezioni, che al taglio della torta assumo forme diverse. Si toglie la gonna e si ha l’abitino corto. Ogni proposta ha il nome di una donna: Angelica, Agata, Alma, Audry, Corinna, Helen, Genny. Sono sessantacinque nuove creazioni.
Ci sono abiti corti in collezione più del solito.
Sì, il corto fa molto Anni Sessanta, è per il matrimonio civile, per le seconde nozze. Un creativo deve adeguarsi alle esigenze della clientela, in realtà le cose che proponi devono trovare un mercato.
Lei, infatti, oltre ad essere il Direttore Creativo è anche l’imprenditore della sua azienda.
Sì, sono Direttore Artistico, stilista e proprietario, le mie creazioni non possono non incontrare i desiderata delle mie clienti. Stiamo diventando molto anglosassoni, ci stiamo americanizzando, un po’ per via della cinematografia. Gli abiti trasformabili ormai fanno parte del DNA del mio brand, c’è questa grande richiesta soprattutto ad avere il secondo abito, per cui non ci si sposa più solamente con un vestito, si vuole poi l’alternativa. Tante clienti mi chiedono una soluzione per avere due momenti differenti nel corso della giornata. Chi vuole un secondo abito organizza generalmente un matrimonio di un certo tipo in una determinata location. L’abito va contestualizzato in relazione a dove sposi.
Tra la palette cromatica prevalente?
Bianco assoluto poiché la donna italiana, mora e con la carnagione olivastra, con questa nuance sta divinamente.
Il velo secondo Alessandro Angelozzi
Velo o non velo?
Il velo fa sposa, si è tornati al velo con dei bei pizzi e bordi, c’è una tendenza della personalizzazione del velo. Ci si mettono delle iniziali, dediche allo sposo, come love you forever, c’è la propensione a ricamare il velo con i nomi degli sposi, le dediche con le frasi personalizzate. Delle spose hanno voluto inserire persino i nomi dei figli sul velo o sul guanto.
Che prezzo hanno i suoi meravigliosi abiti?
Sono creazioni che possono partire da tremila euro fino a salire. Si possono realizzare degli abiti belli e ricercati, ma sostenibili con un’attenzione anche sul prezzo.
Tra i must della nuova collezione Alessandro Angelozzi Couture 2025?
Ho puntato molto sugli abiti con le scollature donanti e femminili, maniche che diventano guanti. La manica è sempre un accessorio adatto soprattutto per chi sposa in chiesa, è bella la nudità, ma è più elegante essere coperti.
Anche le soubruette stranamente nel grande giorno stanno iniziando ad essere iper coperte.
C’è un ritorno alla sobrietà, anche in estate inoltrata.
Ritiene che ci siamo denudati troppo?
Ma, in realtà molte persone, soprattutto tra le celebrities, avendo avuto un passato un po’ turbolento e chiacchierato, il giorno del matrimonio vogliono riscattarsi da un’immagine un po’ torbida che avevano avuto in passato, ma non funziona così.
Una rondine non fa primavera…
In tutti i miei abiti ci sono questi giacchini, ma sono staccabili, perché oggigiorno dobbiamo sempre di più fare i conti con il clima che è quasi impazzito. D’estate, che è il periodo in cui ci sposa maggiormente, abbiamo anche picchi di quaranta gradi per cui manica sì, ma staccabile, l’abito poi diventa un corsetto. Sei bon ton, ma non sei costretta ad avere le maniche e la giacca per tutto il tempo. C’è sempre maggiormente la tendenza a customizzare e a rendere trasformabile l’abito da sposa. Penso di essere stato in Italia il primo designer a fare questi abiti trasformabili. Ci sarà in futuro sempre di più questa evoluzione dello stile, la ragazza vuole essere camaleontica e protagonista del giorno più bello della propria vita.