Bruno Vespa, storico conduttore del programma Porta a Porta, ha espresso nei giorni scorsi la sua forte indignazione nei confronti della Rai. Durante le celebrazioni dei 100 anni della radio e dei 70 anni della televisione italiana il suo programma, che dura da quasi 30 anni(1996), non è stato menzionato.
Rai, silenzio su Porta a Porta
Si sono ripercorsi i momenti salienti della storia dell’azienda televisiva pubblica. Ma Vespa ha lamentato la totale assenza di un riferimento a Porta a Porta. Per lui si è trattato di un affronto ingiustificato. La mancanza di riconoscimento per il talk show, che per decenni ha trattato temi politici e sociali cruciali per il paese, è stata interpretata dal giornalista come una vera e propria mancanza di rispetto. Durante l’evento, molti programmi iconici sono stati celebrati, ma il silenzio su Porta a Porta ha generato amarezza in Vespa.
La reazione di Bruno Vespa
Il giornalista non ha esitato a rendere pubblica la sua delusione. In un’intervista, ha affermato di sentirsi “indignato“ per l’assenza di menzioni al suo programma. Porta a Porta, ha sostenuto, è una trasmissione che ha rappresentato uno dei pilastri della Tv italiana, contribuendo in maniera significativa al dibattito politico e sociale nel paese. Vespa ha ricordato come il suo programma abbia ospitato figure di rilievo nazionale e internazionale, segnando momenti cruciali della storia recente.
“Cambiano gli anni, ma sembra che per la Rai Porta a Porta non abbia alcun valore” ha affermato il conduttore e ideato della trasmissione. “È un programma che ha accompagnato gli italiani per quasi 30 anni, ma non è stato neanche menzionato durante una celebrazione che dovrebbe riflettere l’importanza del servizio pubblico. Mi sembra un comportamento inspiegabile e profondamente irrispettoso“.
Un talk show simbolo
Porta a Porta è stato spesso definito “il terzo ramo del Parlamento“, grazie alla sua capacità di ospitare i protagonisti principali della scena politica italiana, diventando un vero e proprio punto di riferimento per una buona parte del pubblico e per quasi tutti i leader politici. Vespa ha evidenziato come il suo programma abbia segnato momenti storici della televisione italiana, ricordando alcune delle puntate più celebri, tra cui quelle dedicate alle elezioni politiche e alla crisi di Governo.
Questa non è però la prima volta che il rapporto tra Bruno Vespa e la Rai viene messo in discussione. Negli anni il conduttore ha spesso sollevato critiche verso la gestione del servizio pubblico, accusando la Rai di non riconoscere adeguatamente il suo contributo. Il recente silenzio su Porta a Porta ha alimentato ulteriormente il dibattito sul futuro del programma e sulla sua collocazione all’interno del palinsesto televisivo.
Resta adesso da vedere se la dirigenza della Rai risponderà alle critiche del giornalista. Oppure se questa vicenda segnerà un ulteriore capitolo di distacco tra Vespa e l’azienda per cui ha lavorato per gran parte della sua carriera. Di certo nell’azienda radiotelevisiva pubblica non manca chi non vuole più avere a che fare, professionalmente parlando, con l’ingombrante totem di un cronista, sia pure molto esperto, ma che continua ad avere ruoli di primo piano a 80 anni d’età. E che però, al tempo stesso, non si può collocare, nella storia della Rai, all’altezza di un Sergio Zavoli o di un Enzo Biagi.