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Carlo De Benedetti, in crisi le sue attività imprenditoriali

Perdite crescenti nelle sue aziende. Dal Domani alle startup tecnologiche l'Ingegnere sembra aver perduto il "tocco magico"

Le recenti notizie sulle attività economiche di Carlo De Benedetti tracciano un quadro preoccupante. L’imprenditore, noto per aver guidato aziende di successo come Olivetti e per il suo ruolo di spicco nell’editoria italiana, è oggi al centro di una crisi economica che coinvolge buona parte delle sue iniziative imprenditoriali. Dal giornale Domani alle startup israeliane, tutte le sue attività si trovano in perdita, portando a una situazione di rosso profondo.

Domani, perdite per 10 milioni

Tra le principali cause delle difficoltà di De Benedetti c’è sicuramente il giornale Domani. Fondato con l’ambizione di fare giornalismo d’inchiesta e fornire un’alternativa all’informazione tradizionale, il quotidiano ha visto bruciare ingenti somme di denaro senza mai raggiungere una stabilità economica. Attualmente, le perdite del giornale si aggirano attorno ai 10 milioni di euro. Questo progetto, che De Benedetti aveva sostenuto con passione e ingenti investimenti, si è rivelato uno dei suoi maggiori insuccessi.

Carlo De Benedetti imprenditore
Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Non solo l’editoria sta causando problemi a De Benedetti. Anche le sue startup tecnologiche, in particolare quelle nel campo dell’innovazione israeliana, stanno soffrendo perdite consistenti. Si tratta di investimenti che, nelle intenzioni dell’imprenditore, dovevano proiettare la sua figura nell’era digitale, affermandosi come leader nel campo dell’innovazione. Tuttavia, le speranze di successo non si sono concretizzate e le startup hanno accumulato debiti.

De Benedetti, declino di un impero

Il declino delle attività di De Benedetti non si limita a pochi progetti isolati, ma sembra riflettere una tendenza più generale. Negli ultimi anni, il suo gruppo industriale ha subito una progressiva riduzione della redditività, con continui disinvestimenti e riorganizzazioni. Anche in ambiti come la realtà virtuale e i dispositivi medici, settori in cui aveva puntato per diversificare i suoi interessi, i bilanci sono rimasti in rosso. Questo trend ha portato diversi osservatori a parlare di una perdita del “tocco magico che aveva caratterizzato l’imprenditore negli anni d’oro della sua carriera.

Prospettive future

Nonostante le difficoltà, De Benedetti non ha ancora abbandonato i suoi progetti. Anzi, fonti vicine all’imprenditore riportano che sia determinato a rilanciare alcune delle sue attività, in particolare nell’editoria e nella tecnologia. Tuttavia, la situazione attuale lascia aperti molti interrogativi sul futuro delle sue imprese. Se la crisi dovesse continuare, non è escluso che De Benedetti debba prendere decisioni drastiche, come vendere parte delle sue aziende o ristrutturarle profondamente.

Domani Fittipaldi De benedetti
Il direttore del quotidiano “Domani” Emiliano Fittipaldi. Foto Ansa/Angelo Carconi

Negli ultimi anni, il settore editoriale in Italia ha affrontato grandi sfide, con un calo della pubblicità tradizionale e la difficoltà di monetizzare il digitale. È in realtà per tutti i giornali cartacei un brutto momento, che per altro si protrae da anni. Per De Benedetti, in particolare, la sfida principale sarà riuscire a trovare un modello di business sostenibile. Che possa ridurre le perdite e riportare le sue attività verso una stabilità economica.

Le difficoltà economiche, pur segnando una fase critica della sua carriera imprenditoriale, non sembrano averlo scoraggiato del tutto. Tuttavia, il futuro di De Benedetti come leader industriale è ora più incerto che mai, con molti che si chiedono se riuscirà a risollevarsi da questa crisi. Siccome però lo ha fatto più volte in passato, non si può escludere che lo faccia anche adesso.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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