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Sondaggi elezioni Usa: Kamala Harris in lieve vantaggio su Trump

Ma la battaglia vera è nei pochi Stati chiave. E se in Pennsylvania Harris sembra prevalere, in Georgia e Florida è Trump ad avere la meglio

A meno di un mese dalle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre 2024, Kamala Harris e Donald Trump si danno battaglia serrata. I sondaggi indicano un lieve vantaggio per la vicepresidente Harris. Tuttavia la sfida decisiva si giocherà negli Swing States, dove i due candidati sono praticamente appaiati e ogni minimo spostamento di voti potrebbe risultare decisivo.

Gli ultimi sondaggi

Secondo i sondaggi pubblicati il 6 ottobre 2024 da diverse agenzie, Kamala Harris risulta in vantaggio rispetto a Donald Trump con un margine che varia tra il 2% e il 4% a livello nazionale. Nonostante ciò, negli Stati chiave la situazione è molto più incerta. Trump, ex presidente degli Stati Uniti, ha recuperato terreno nelle ultime settimane, consolidando il suo supporto tra l’elettorato repubblicano e guadagnando consensi tra gli indecisi, specialmente nelle aree rurali e nelle zone industriali del Midwest.

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Foto Ansa/Epa/velvetMag

Gli Stati chiave

La vera battaglia si sta giocando negli Swing States, ovvero quegli stati che oscillano tra Democratici e Repubblicani e che hanno il potere di decidere l’esito delle elezioni. Stati come Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Georgia, e Florida sono tra i più monitorati dai team elettorali di entrambi i candidati. Negli ultimi giorni, i sondaggi hanno indicato che in questi stati la differenza tra i due è talmente minima da rientrare nel margine di errore statistico.

Secondo un sondaggio di LiberoReporter, in Pennsylvania, uno degli stati considerati cruciali, la Harris ha guadagnato un lieve vantaggio su Trump. La vicepresidente avrebbe il 49% delle preferenze contro il 47% per il magnate repubblicano. In Florida e Georgia, invece, Trump sembra godere di un leggero vantaggio. Ma la situazione è ancora molto fluida, con una significativa parte dell’elettorato che si dichiara indeciso.

Sondaggi e strategie

Entrambi i candidati stanno focalizzando la loro attenzione su questi stati chiave. Kamala Harris ha intensificato la sua campagna elettorale nelle grandi città e nei sobborghi, puntando su temi come diritti civili, sanità e cambiamento climatico. La vicepresidente sta cercando di mobilitare soprattutto le donne, i giovani e le minoranze etniche, gruppi demografici tradizionalmente più favorevoli ai Democratici, ma che richiedono sforzi continui per essere attivati elettoralmente.

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Donald Trump con alle sue spalle Elon Musk, al comizio in Pennsylvania il 6 ottobre. Foto X @aldrin12354

Donald Trump, d’altra parte, ha concentrato i suoi sforzi nel Midwest e nel Sud, promuovendo un messaggio di ritorno alla “grandezza americana“. E promettendo una svolta decisa su temi come immigrazione, economia e politica estera. Il suo slogan “America First” continua a risuonare con forza tra i suoi sostenitori più fedeli. Trump sta anche cercando di fare leva sui timori di un aumento delle tasse e di una regolamentazione più stringente sotto un’amministrazione Harris.

L’importanza del voto postale

Un altro elemento fondamentale in queste elezioni sarà il voto postale, che nel 2020 ha visto una partecipazione senza precedenti a causa della pandemia di Covid. Anche quest’anno, milioni di americani hanno già iniziato a votare per posta, e i Democratici contano su un’affluenza maggiore attraverso questo canale. D’altro canto, Trump ha criticato ripetutamente il voto postale, alimentando dubbi tra i suoi sostenitori sulla trasparenza del processo elettorale. Ma non esistono prove concrete di frodi significative.

Con il 5 novembre 2024 che si avvicina rapidamente, la corsa tra Kamala Harris e Donald Trump resta apertissima.  Entrambi i candidati si preparano ad affrontare gli ultimi intensi giorni di campagna elettorale, consapevoli che ogni discorso, ogni evento e ogni voto conterà per decidere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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