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OnlyFans, cresce l’evasione fiscale tra i creatori di contenuti

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La piattaforma OnlyFans è diventata negli ultimi anni un fenomeno globale, fornendo ai creatori di contenuti un modo diretto e redditizio per monetizzare le proprie attività online. Tuttavia, insieme al suo successo economico, sono emersi crescenti problemi legati all’evasione fiscale, con un numero sempre maggiore di casi riportati dalle autorità fiscali di tutto il mondo.

Il modello di business di OnlyFans

Lanciata nel 2016, OnlyFans consente ai creatori di contenuti di caricare video, immagini e post a pagamento, guadagnando denaro direttamente dai loro fan. Il modello di business della piattaforma ha attirato milioni di utenti, sia creatori che abbonati. Alcuni creatori guadagnano cifre considerevoli, spesso raggiungendo guadagni milionari. Questa impennata di guadagni, spesso non dichiarati alle autorità fiscali, ha portato alla crescita dei casi di evasione fiscale tra gli utenti della piattaforma. Molti creatori non sono sufficientemente consapevoli dei loro obblighi fiscali. Oppure scelgono deliberatamente di evitare di dichiarare i loro introiti, sperando di passare inosservati.

Madlina Ioana Filip, star di OnlyFans finita nel mirino della Guardia di Finanza. Foto Ansa/Simona Carnaghi

Evasione fiscale, i casi più noti

Diversi casi di evasione fiscale legati a OnlyFans sono diventati noti al pubblico, soprattutto quando coinvolgono personaggi influenti o celebrità dei social media. Uno dei casi più emblematici riguarda un’influencer del Regno Unito che ha ricevuto una multa di oltre 200mila sterline per non aver dichiarato i suoi guadagni derivanti dalla piattaforma. In Italia, numerosi giovani content creator sono finiti sotto inchiesta da parte della Guardia di Finanza, che ha scoperto mancati versamenti IVA e irregolarità nella dichiarazione dei redditi.

Le sanzioni per l’evasione fiscale possono variare, ma in molti casi includono multe salate, oltre al pagamento delle tasse arretrate. Tuttavia, il problema persiste, in parte a causa della natura decentralizzata di piattaforme come OnlyFans. Le quali operano su scala globale e facilitano il trasferimento di denaro attraverso confini nazionali, spesso rendendo difficile per le autorità fiscali tracciare i guadagni.

L’azione delle autorità

Le autorità fiscali di diversi paesi hanno intensificato i controlli, cercando di colmare le lacune esistenti. Nel Regno Unito, ad esempio, l’HM Revenue and Customs ha lanciato campagne di sensibilizzazione. Con l’obiettivo di informare i creatori di contenuti online sui loro obblighi fiscali. Mentre in Italia si sono rafforzati i controlli incrociati sui conti bancari e sulle piattaforme di pagamento digitale per tracciare i flussi di denaro.

Il comandante della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro. Foto Ansa/Giuseppe Lami

Inoltre, la pressione internazionale per una maggiore trasparenza finanziaria ha portato a nuove normative. Le quali richiedono alle piattaforme digitali di segnalare i guadagni dei loro utenti alle autorità fiscali dei rispettivi Paesi. Tuttavia molti esperti sostengono che queste misure non siano ancora sufficienti per affrontare il problema dell’evasione fiscale su scala globale.

Manca educazione finanziaria

Uno dei maggiori ostacoli per combattere l’evasione fiscale tra i creatori di contenuti su piattaforme come OnlyFans è la mancanza di educazione finanziaria. Molti creatori, in particolare i più giovani, non comprendono appieno la complessità del sistema fiscale e le conseguenze legali della mancata dichiarazione dei redditi. La digitalizzazione del lavoro ha creato nuove sfide, e la percezione comune è che i guadagni online siano meno soggetti a controlli rispetto ai lavori tradizionali.

Con l’aumento della popolarità di piattaforme come OnlyFans e il continuo spostamento del lavoro nel regno digitale, la questione della tassazione nel mondo online continuerà a essere al centro del dibattito pubblico. I governi dovranno adattarsi rapidamente per garantire che le normative fiscali siano aggiornate e applicabili alle nuove forme di guadagno digitale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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