Sammy Basso è una figura di spicco in Italia per la sua battaglia contro la progeria, una rara malattia genetica che causa l’invecchiamento precoce.

Nato nel 1995 a Schio, in provincia di Vicenza, Sammy Basso è divenuto un simbolo di coraggio e perseveranza, riuscendo a trasformare una condizione devastante in un’opportunità per sensibilizzare e migliorare la ricerca scientifica.

Sammy Basso, foto Ansa – VelvetMag

Sammy Basso e la progeria

La progeria, o sindrome di Hutchinson-Gilford, colpisce circa un bambino su quattro milioni e si manifesta nei primi anni di vita. I bambini affetti da questa malattia mostrano segni di invecchiamento accelerato, come pelle sottile, rigidità articolare, e perdita di capelli. La speranza di vita media per chi soffre di progeria è di circa 14 anni, ma Sammy ha superato di gran lunga questa aspettativa, vivendo attualmente oltre i 28 anni, una testimonianza della sua forza e della dedizione della comunità medica.

Nonostante le sfide fisiche imposte dalla malattia, Sammy ha sempre avuto uno spirito straordinariamente positivo e un’intelligenza brillante. Si è diplomato al liceo scientifico e successivamente laureato in Biologia Molecolare presso l’Università di Padova, confermando il suo profondo interesse per la scienza e la volontà di contribuire alla ricerca su questa malattia.

La Fondazione Progeria Sammy Basso

Nel 2005, Sammy e la sua famiglia hanno fondato la Fondazione Progeria Sammy Basso, con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca scientifica sulla progeria e per offrire supporto alle famiglie colpite da questa malattia. La fondazione ha promosso numerosi progetti di ricerca e ha contribuito alla diffusione della conoscenza sulla progeria in Italia e nel mondo. Il lavoro della fondazione è stato essenziale nel finanziare ricerche cruciali che hanno portato a progressi significativi nella comprensione della malattia e nello sviluppo di potenziali terapie.

Viaggio negli Stati Uniti e il documentario

Uno dei momenti più noti nella vita di Sammy Basso è stato il suo viaggio negli Stati Uniti nel 2014, durante il quale ha attraversato la Route 66. Questo viaggio è stato documentato e trasmesso dalla televisione italiana, portando una maggiore attenzione pubblica sulla progeria e sul lavoro di Sammy. Il documentario non solo ha raccontato le sfide fisiche che affronta quotidianamente, ma ha anche mostrato la sua straordinaria resilienza e il suo spirito avventuriero.

Sammy Basso, foto Ansa – VelvetMag

La ricerca medica

Grazie anche alla visibilità data da Sammy, la ricerca sulla progeria ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi anni. Nel 2020 è stato approvato negli Stati Uniti il lonafarnib, il primo farmaco specificamente indicato per la progeria. Questo trattamento, sebbene non curativo, ha dimostrato di rallentare il progresso della malattia, migliorando la qualità della vita dei pazienti e prolungandone l’aspettativa di vita.

Sammy stesso è stato coinvolto negli studi clinici e ha testimoniato l’importanza di queste nuove terapie. Grazie alla sua tenacia e al sostegno della comunità scientifica, Sammy è diventato un punto di riferimento globale per la progeria e un promotore instancabile di ulteriori ricerche.

L’impatto di Sammy Basso sulla Società

Sammy Basso è più di un paziente affetto da una rara malattia genetica. È un ambasciatore della speranza e un esempio vivente di come si possa trasformare una difficoltà in una missione di vita. Ha ispirato milioni di persone con la sua determinazione e il suo approccio positivo alla vita. Il suo messaggio è chiaro: anche di fronte a ostacoli insormontabili, è possibile trovare una via per contribuire al miglioramento del mondo.

L’influenza di Sammy si estende oltre il campo medico. Ha tenuto numerose conferenze, sia in Italia che all’estero, per sensibilizzare il pubblico sulla progeria e sull’importanza della ricerca scientifica. Il suo approccio è stato lodato per la sua capacità di combinare competenze scientifiche con una narrazione emotiva, capace di toccare profondamente chi lo ascolta.

Sammy Basso rappresenta un faro di speranza per tutte le persone affette da malattie rare. Attraverso la sua fondazione e il suo impegno personale, ha contribuito in modo significativo alla ricerca sulla progeria e ha mostrato al mondo che la malattia non definisce una persona. La sua storia continua a ispirare scienziati, medici e persone comuni, dimostrando che la forza dello spirito umano può superare anche le sfide più difficili.