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Addio a Ethel, matriarca della famiglia Kennedy

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Ethel Kennedy, una delle ultime rappresentanti della vecchia generazione dei Kennedy, è morta il 10 ottobre a 96 anni. La famiglia ha annunciato la sua scomparsa con un comunicato, ricordandola come una donna di straordinaria forza e coraggio, impegnata per tutta la vita nella difesa dei diritti umani e della giustizia sociale. La sua morte segna la fine di un’epoca per una delle dinastie familiari più e potenti e influenti della politica americana.

Una vita segnata da tragedie

Ethel Skakel Kennedy nacque l’11 aprile 1928 e crebbe in una famiglia agiata del Connecticut. La sua vita cambiò radicalmente quando sposò Robert Francis Kennedy nel 1950, futuro senatore e procuratore generale degli Stati Uniti. Il loro matrimonio fu presto segnato dalla tragedia, con la morte di Robert nel 1968, assassinato durante la campagna per le primarie del partito democratico in visa delle elezioni presidenziali statunitensi.

Joe Biden (a sinistra) e John Kerry parlano con Ethel Kennedy nel 2015. Foto Ansa/Epa Michael Reynolds

Ethel era al fianco del marito la notte dell’attentato, un evento che rappresentò uno dei numerosi lutti che colpirono la famiglia. Aveva già perso il cognato, il presidente degli Stai Uniti, John Fitzgerald Kennedy, assassinato a Dallas il 22 novembre 1963. Nonostante questi colpi devastanti, Ethel Kennedy riuscì a mantenere una dedizione incrollabile alla sua famiglia e alle cause sociali.

L’impegno per la giustizia

Dopo la morte del marito, Ethel fondò il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights, un’organizzazione che continua a lottare per la giustizia sociale e i diritti umani in tutto il mondo. Durante tutta la sua vita, ha partecipato a marce, proteste e campagne di sensibilizzazione, affrontando temi come il controllo delle armi e le ingiustizie sociali.

Era nota per la sua determinazione e il suo attivismo, una vera eredità dello spirito della famiglia Kennedy. Ethel raramente parlava pubblicamente della morte del marito, scegliendo invece di concentrarsi sul suo impegno pubblico e sulla crescita dei loro 11 figli.

Kerry Kennedy, figlia di Ethel, a Rho (Milano) nel 2005

I Kennedy, famiglia numerosa e influente

La matriarca dei Kennedy lascia dietro di sé una vasta discendenza. Tra i suoi 11 figli ci sono personaggi pubblici di rilievo come Robert F. Kennedy Jr candidato indipendente alle prossime presidenziali Usa, poi ritiratosi per appoggiare Donald Trump – e Kerry Kennedy, scrittrice e attivista. Ethel era anche nonna e bisnonna di decine di discendenti. Nonostante le tragedie che hanno colpito la famiglia, inclusi gli incidenti che hanno portato alla morte di alcuni dei suoi figli e nipoti, Ethel ha trovato conforto nella sua fede cattolica e nella devozione alla famiglia.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha descritto Ethel come “un’icona americana“, lodando la sua resilienza e il suo impegno per il bene comune. Il suo lascito rimane forte attraverso le generazioni dei Kennedy e attraverso le numerose vite che ha toccato con il suo lavoro per i diritti umani. Ethel Kennedy sarà ricordata come una figura centrale della dinastia. Un simbolo di grazia e forza in mezzo a innumerevoli difficoltà, e una vera paladina della giustizia sociale e dei diritti umani. Oggi la famiglia Kennedy non nutre più ambizioni politiche del calibro di quelle di JFK (John Fitzgerald Kennedy) e RFK (Robert Francis Kenendy) ma rappresenta ancora un patrimonio ideale molto significativo per molti cittadini degli Stati Uniti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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