Libano, ogni giorno decine di morti e di bombardamenti aerei israeliani
Secondo le autorità del Paese dei Cedri oltre 2.100 persone sono state uccise e oltre 10mila ferite da settembre
Si aggrava ogni giorno di più la guerra in Libano. Hezbollah ha rivendicato il lancio di missili contro la base dell’esercito israeliano a Haifa, nel sud di Israele. Lo riporta Al Mayadeen, media vicino ai miliziani islamisti, spiegando che i missili sono stati lanciati alle 6 del mattino ora locale del 12 ottobre. Cresce intanto la tensione internazionale. Italia, Francia e Spagna alzano la voce e chiedono a Tel Aviv di fermarsi: è “inaccettabile” che si prendano di mira le basi dell’ultradecennale missione ONU (Unifil), colpendo direttamente le forze italiane presenti sul posto.
A morire, però, ogni giorno, sono i civili. Sono infatti almeno 60 i libanesi che hanno perso la vita e 168 quelli rimasti feriti in raid condotti dai caccia israeliani nelle ultime 24 ore. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Beirut parlando di 54 bombardamenti aerei che nello stesso arco di tempo hanno colpito il Paese dei Cedri. I raid sono stati concentrati soprattutto nel sud del Libano, nei quartieri meridionali di Beirut e nella Valle della Bekaa.
Sirene d’allarme in Israele
Ma sono tornate a suonare anche le sirene dell’allarme nel nord d’Israele, in Alta Galilea, a causa di un apparente attacco missilistico dal Libano. Il tutto nel giorno in cui gli ebrei israeliani celebrano lo Yom Kippur. Lo riporta il Times of Israel. Gli allarmi sono stati lanciati in diverse città, tra cui Safed, Rosh Pinna, Machanaim, Biriyeh, Hatzor HaGlilit, Kadita, Amuka, Tzahar, Bar Yochai e Dalton.
Proseguono nel frattempo le pressioni Usa per una soluzione diplomatica in Libano per evitare una guerra che finisca col travolgere il Medio Oriente. Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha ribadito che Israele “ha il diritto a difendersi” ma si è detto “allarmato” per la crisi umanitaria causata dalla guerra. Israele ha del resto cominciato a invadere il Libano anche via terra, oltreché violandone lo spazio aereo. “Abbiamo tutti un forte interesse nel cercare di contribuire a creare un ambiente in cui le persone possano tornare a casa, in sicurezza e protezione, e i bambini possano tornare a scuola” ha affermato il ministro degli Esteri americano.
L’Iran e la rappresaglia di Tel Aviv
Lo stesso Governo dell’Iran è impegnato in un “intenso e urgente” lavoro diplomatico con i Paesi del Medio Oriente, Libano incluso. Al fine di limitare la rappresaglia israeliana per l’attacco missilistico lanciato da Teheran il primo ottobre, riporta la Cnn. Secondo l’emittente Usa la preoccupazione dell’Iran deriva dall’incertezza sulla possibilità che gli Stati Uniti convincano Israele a non colpire i siti nucleari e gli impianti petroliferi iraniani. Anche gli alleati degli Usa nel Golfo, tra cui Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Qatar, hanno espresso preoccupazione per un possibile attacco agli impianti petroliferi iraniani. Un’azione del genere potrebbe avere un impatto negativo sull’economia e sull’ambiente dell’intera regione.
Strage nel campo profughi a Gaza
Non c’è dunque soltanto la questione Libano. Il mostro della guerra rischia di coinvolgere direttamente l’Iran. C’è poi Gaza, in Palestina, dove gli attacchi di Israele non si cessano da un anno, salvo una breve tregua a fine ottobre 2023. Sono 22 le persone che hanno perso la vita e molte altre quelle che sono rimaste ferite a seguito dei raid aereo israeliano che ha colpito nella notte il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.
Il giorno prima la ong Medici senza frontiere aveva denunciato che migliaia di persone erano intrappolate nel campo profughi senza la possibilità di uscire. Tra loro anche 5 operatori di Msf. Al bilancio delle vittime si aggiunge un numero imprecisato di “dispersi che si trovano ancora sotto le macerie“. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa i dispersi sono almeno 14, mentre i feriti sono una trentina.