Il Wp:” Hamas pianificava un ’11 Settembre’ contro Tel-Aviv”
Documenti ritrovati dalle truppe israeliane a Gaza indicherebbero progetti di attacchi a grattacieli come nel 2001 alle Torri Gemelle di New York
In base a un’esclusiva del Washington Post si apprende che Hamas aveva un piano “molto più grande dell’attacco messo a segno il 7 ottobre 2023”. Stando infatti a documenti che le truppe israeliane hanno ritrovato a Gaza, i terroristi islamisti volevano “far esplodere un grattacielo a Tel Aviv, in stile 11 settembre”.
Il Washington Post precisa che “anni prima dell’attacco del 7 ottobre i leader di Hamas hanno pianificato un’ondata molto più letale di attacchi terroristici contro Israele. Mentre facevano pressioni sull’Iran affinché li aiutasse a realizzare la loro visione di annientare lo Stato ebraico“. Si tratta, continua la testata, di “decine di pagine trovate dalle truppe israeliane a Gaza. Che descrivono e mostrano come i leader dei militanti volessero fondi e addestramento iraniani“.
I piani di Hamas
Ancora, si legge, “i registri elettronici e i documenti che, secondo i funzionari israeliani, sono stati recuperati dai centri di comando di Hamas mostrano una pianificazione avanzata. Per gli attacchi si sarebbero dovuti utilizzare treni, barche e persino carri trainati da cavalli“. Ciò malgrado che “molti piani fossero mal concepiti e altamente impraticabili“. I piani di Hamas prevedevano peraltro il coinvolgimento di gruppi di militanti alleati. E ciò allo scopo di “un assalto simultaneo contro Israele da nord, sud e est“.
Il Washington Post ha ottenuto “59 pagine di lettere e documenti sulla pianificazione, scritti in arabo. Che rappresentano una frazione delle migliaia di documenti che l’Idf afferma di aver sequestrato dall’inizio dell’invasione di Gaza, il 27 ottobre 2023“. Lo precisa ancora la testata statunitense.
“Iran coinvolto quasi suo malgrado”
Secondo il quotidiano la decisione che Israele ha preso di rendere nota soltanto adesso l’esistenza di tali documenti arriva in un momento tutt’altro che casuale. Ovvero quando i leader israeliani stanno valutando una possibile rappresaglia in risposta agli oltre 180 missili balistici scagliati dall’Iran contro Israele per vendicare l’uccisione del leader di Hebollah, Hassan Nasrallah, il 27 settembre.
Un funzionario della sicurezza israeliana che ha commentato al Washington Post, in condizione di anonimato, la documentazione ritrovata (considerata “sensibile“) ha evidenziato un aspetto in particolare. Ossia che “Hamas è così determinato a cancellare Israele e il popolo ebraico dalla carta geografica che è riuscito a trascinare l’Iran in un conflitto diretto. In condizioni alle quali l’Iran non era preparato“.
Strage senza sosta in Libano
Nel frattempo la guerra non si ferma neppure per un istante. E non è solo quella fra Israele e Hamas, ma anche quella fra Israele ed Hezbollah in Libano. Il ministero della Sanità libanese ha fatto sapere che almeno 15 persone sono state uccise negli attacchi israeliani in due aree nel nord del paese e una a sud della capitale. Nove persone sono morte e 15 ferite in un “attacco nemico israeliano” nel villaggio di Maaysrah, situato a nord di Beirut.
Il ministero ha anche riferito che 2 persone sono morte, quattro ferite e “parti del corpo” non identificate sono state recuperate in seguito a un attacco israeliano a Deir Bella, vicino alla città di Batroun, nel nord del Libano. Infine altre 4 persone hanno perso la vita e 18 sono rimaste ferite in un attacco a Barja, a sud di Beirut. Israele ha colpito anche la città meridionale di Nabatieh, dove 8 persone sono rimaste ferite.