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Francesco Spano nuovo capo di Gabinetto al Mic, ma la scelta di Giuli spacca la destra

Il neo ministro della Cultura si affida a un dirigente con cui ha lavorato ma che molti considerano "troppo progressista"

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha annunciato la nomina di Francesco Spano come nuovo capo di Gabinetto del ministero della Cultura (MiC). Spano ha ricoperto in passato diversi incarichi importanti, inclusa la direzione dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). Ma soprattutto ha ricoperto il ruolo di Segretario Generale del MAXXI, il Museo nazionale della arti del XXI secolo a Roma, mentre Alessandro Giuli ne era il presidente (fino alla sua recente nomina a ministro).  

Un profilo di esperienza

Francesco Spano, noto per il suo impegno sui temi dei diritti civili, è un avvocato con una lunga esperienza in ruoli pubblici. La sua precedente posizione come direttore dell’UNAR lo ha portato al centro di diverse discussioni. Specialmente in relazione al finanziamento di associazioni legate alla comunità LGBTQ+. Sebbene le critiche si siano concentrate su queste passate attività, il ministro Giuli ha scelto di affidarsi alla professionalità di Spano, confermandolo come una figura di fiducia per guidare la delicata macchina amministrativa del ministero della Cultura.

Francesco Spano capo gabinetto al MiC
Francesco Spano. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Polemiche su Spano

La decisione di Giuli non è passata inosservata. Da una parte, esponenti della società civile e rappresentanti del mondo della cultura hanno accolto positivamente la nomina, riconoscendo in Spano un professionista competente e preparato per affrontare le sfide del settore. Dall’altra, alcuni settori della destra conservatrice hanno criticato apertamente la scelta, considerandola “troppo progressista“. Tra i principali critici figurano le associazioni come Pro Vita & Famiglia, che hanno sollevato dubbi sulla coerenza politica del governo Meloni rispetto agli impegni elettorali presi in precedenza.

Il supporto del ministro Giuli

Nonostante le critiche, Giuli ha difeso con fermezza la sua decisione, sottolineando la fiducia personale riposta in Spano. In diverse interviste, il ministro ha spiegato che la scelta di un capo di Gabinetto è una questione legata a un rapporto di fiducia e competenza, essenziale per garantire il corretto funzionamento delle politiche culturali. Giuli ha evidenziato come Spano rappresenti una risorsa per il MiC, soprattutto in un momento cruciale per la gestione del patrimonio culturale italiano e per lo sviluppo delle iniziative culturali a livello internazionale.

Alessandro Giuli ministro della Cultura nomina Francesco Spano
Alessandro Giuli. Foto Ansa/Fabio Frustaci

La nomina di Francesco Spano si inserisce in un periodo di turbolenza politica all’interno del ministero della Cultura. Recentemente, la sostituzione di Salvatore Gilioli, precedente capo di Gabinetto, aveva già suscitato malumori tra alcuni esponenti della maggioranza. Le tensioni tra le diverse anime della destra italiana si sono manifestate anche in questa occasione, con accuse di incoerenza politica da parte di esponenti vicini all’area conservatrice.

Spano, le sfide future

Con la nomina di Francesco Spano, il neo ministro Alessandro Giuli prosegue con la sua intenzione di rinnovare il MiC. Le principali sfide riguarderanno la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, con particolare attenzione ai musei nazionali e ai progetti legati alla promozione delle arti contemporanee. Spano dovrà gestire complessi dossier, tra cui l’organizzazione di eventi culturali internazionali e la gestione delle risorse per i grandi musei e siti archeologici. Nel frattempo, il dibattito attorno alla sua figura continua a dividere l’opinione pubblica, confermando la delicatezza della sua posizione ai vertici di una istituzione sempre più sotto i riflettori della politica e della cultura italiana.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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