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Redditi dei parlamentari: boom per Giorgia Meloni

La premier dichiara quasi mezzo milione. Numeri nettamente più bassi per Elly Schlein e Matteo Salvini

Le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari italiani sono sempre un argomento di interesse pubblico, soprattutto per valutare come le attività extra-politiche influenzano i loro guadagni. Nel 2024, tra i protagonisti della scena politica, spicca Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, che ha visto aumentare notevolmente i suoi introiti grazie alla vendita dei suoi libri.

Meloni e il successo editoriale

La premier ha infatti dichiarato un reddito di circa 460.000 euro per l’anno 2024, gran parte dei quali derivano dalle vendite dei suoi libri. Questo dato rappresenta un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Meloni consolida la sua posizione non solo come leader politico, ma anche come figura di successo nel panorama editoriale.

Giorgia Meloni redditi parlamentari 2024
Foto Ansa/Riccardo Antimiani

I suoi guadagni extra-politici sono superiori a quelli di molti altri leader di partito, tali da renderla fra le parlamentari più ricche dell’anno. L’ascesa dei suoi incassi è attribuibile ai successi delle sue opere editoriali, che continuano a vendere migliaia di copie in Italia e all’estero. L’interesse per i suoi scritti, che spesso affrontano tematiche legate alla politica e alla società, ha generato un volume di vendite impressionante, contribuendo in modo sostanziale ai suoi redditi.

Salvini e Schlein: cifre più contenute

A confronto, altri leader politici hanno dichiarato redditi più modesti. Matteo Salvini, leader della Lega, ha dichiarato circa 100.000 euro. Una cifra molto inferiore rispetto a quella della Meloni nonostante il suo ruolo di vicepremier e ministro delle Infrastrutture. Salvini, a differenza della Meloni, non ha fonti di guadagno rilevanti al di fuori del suo ruolo politico, e i suoi redditi restano relativamente stabili negli anni.

Anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha presentato una dichiarazione di redditi più modesta, con 98.000 euro. Questo dato riflette l’attività politica come unica fonte di reddito per la Schlein, che non ha proventi significativi da altre attività. Rispetto agli altri leader, la Schlein si posiziona tra i parlamentari con i redditi più bassi.

Redditi degli altri parlamentari

La pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi dei parlamentari offre uno spaccato interessante delle disuguaglianze esistenti tra i rappresentanti della politica italiana. Alcuni parlamentari, come Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, leader di formazioni minori di sinistra, hanno dichiarato redditi ancora più bassi rispetto a Schlein e Salvini, con guadagni che si attestano attorno ai 70.000 euro.

Elly Schlein redditi parlamentare 2024
Elly Schlein. Foto Ansa/Massimo Percossi

Nel complesso, emerge una forte disparità tra i redditi dei vari rappresentanti politici, con figure come Meloni che dominano la classifica grazie a entrate extra-politiche, e altri che invece dipendono quasi esclusivamente dagli stipendi parlamentari.

L’importanza della trasparenza

La pubblicazione annuale delle dichiarazioni dei redditi dei parlamentari italiani è una pratica fondamentale per garantire trasparenza e responsabilità. Essa consente al pubblico di valutare se vi siano conflitti d’interesse tra l’attività politica e le fonti di reddito dei rappresentanti eletti. Questo processo, sebbene criticato da alcuni, rappresenta uno strumento di controllo democratico utile per prevenire abusi e promuovere una maggiore fiducia nelle istituzioni.

Nonostante il notevole divario tra i redditi dei leader politici, ciò che emerge con forza è come alcune figure, come Meloni, abbiano saputo capitalizzare la loro visibilità politica per espandere le loro fonti di guadagno. Al contempo, la maggior parte dei parlamentari italiani continua a vivere principalmente con gli stipendi derivanti dalle loro funzioni pubbliche, senza altre fonti di reddito rilevanti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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