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Antonella Bruno: chi è la nuova Managing Director di Stellantis Italia

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Dal mercato degli Stati Uniti a quello italiano, il gruppo Stellantis (ex Fiat) è in difficoltà. Così come, del resto, altre grandi case automobilistiche d’Europa, a cominciare da Volkswagen. La recente nomina di Antonella Bruno, 53 anni, come Managing Director per l’Italia rappresenta il tentativo di Stellantis rafforzare le posizioni dell’azienda nel nostro Paese in un momento cruciale per l’industria dell’automotive. Ma chi è Bruno e quale sarà il suo ruolo nell’azienda presieduta da John Elkann?

Il percorso di Antonella Bruno

Antonella Bruno ha iniziato la sua carriera lontano dall’automotive, essendo stata una pallavolista a livello agonistico. Tuttavia, ben presto ha deciso di dedicarsi al mondo dell’economia e del management, conseguendo una laurea in economia e commercio. Il suo ingresso nel settore automobilistico è stato rapido e di grande impatto. Prima di approdare in Stellantis, Bruno ha ricoperto posizioni di leadership all’interno di aziende di grande rilievo, sempre nel comparto dell’automotive. Tra i ruoli più importanti, spicca la sua esperienza come responsabile del marchio Jeep per l’Europa. In seguito, è stata nominata a capo del brand Peugeot Europa, dove ha gestito con successo le operazioni del marchio in un contesto di grande competitività.

Foto X @MaxCoen33

La sfida di Stellantis in Italia

La nomina di Antonella Bruno a Managing Director di Stellantis Italia arriva in un momento critico per il gruppo, che si trova ad affrontare sfide legate alla transizione energetica e all’adattamento alle nuove normative ambientali. L’Italia, uno dei mercati più importanti per Stellantis, sta vivendo una fase di cambiamento nell’ambito della mobilità, con una crescente attenzione verso veicoli elettrici e a basse emissioni.

Bruno avrà il compito di guidare il gruppo nel mercato italiano, affrontando questioni complesse come la gestione delle vendite. Ma anche l’adattamento della gamma di veicoli alle nuove richieste dei consumatori e la collaborazione con il governo su tematiche di sostenibilità. La sua esperienza nella gestione di marchi come Jeep e Peugeot, che hanno già avviato importanti progetti nel campo della mobilità sostenibile, sarà fondamentale per garantire il successo di Stellantis in questo contesto.

Licenziare operai?

Di certo non potrà non affrontare la questione dei licenziamenti di molti operai. Sono almeno 3mila quelli che, quest’anno, hanno ricevuto incentivi per un’uscita ‘morbida’, cioè volontaria, dall’ex Fiat. Ma soprattutto è stato pochi giorni fa l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, a dire dal Salone dell’Auto di Parigi che non esclude più nulla, neppure licenziamenti massicci, pur di non lasciar affondare l’azienda. Del resto Stellantis ha incrementato una ‘politica’ di sconti ai dipendenti purché acquistino le Maserati di lusso. Un segnale apparso a molti da ‘ultima spiaggia’ per un gruppo che non riesce a stare al passo con la concorrenza internazionale sempre più aggressiva.

Il Ceo di Stellantis, Tavares (al centro), col presidente francese Macron (a destra). Foto X @StellantisFR

Le priorità di Bruno

Nelle sue prime dichiarazioni pubbliche, Antonella Bruno ha sottolineato come la digitalizzazione e la transizione verso l’elettrico saranno tra le priorità del suo mandato. Stellantis sta investendo notevolmente nello sviluppo di veicoli elettrici e ibridi, con l’obiettivo di diventare leader nel settore entro i prossimi anni. Ma le vendite non decollano affatto.

L’elettrico costa troppo non soltanto in termini di prezzo del veicolo ma anche per il ‘dopo’. Non esiste in Italia una rete efficace di ricarica delle batterie. I pezzi di ricambio, a cominciare proprio dai ‘treni’ di batterei elettriche, possono arrivare a costare migliaia di euro. Un altro punto chiave per Bruno sarà la gestione delle relazioni con i concessionari e la ristrutturazione della rete di vendita. La nuova Managing Director ha già dimostrato di essere abile nel costruire rapporti di fiducia con i partner commerciali, e questo sarà essenziale per affrontare la complessità del mercato italiano.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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