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Manovra 2025: il bonus ristrutturazione prima casa resta al 50%

Non sarà al 36% come si credeva in un primo momento. Aumento dell'assegno unico per famiglie con redditi bassi

La nuova manovra finanziaria 2025 del Governo italiano è stata approvata in Consiglio dei ministri il 15 ottobre 2024. Prende dunque corpo il testo che poi Camera e Senato valuteranno per varare definitivamente la Legge di Bilancio. La manovra si concentra su una serie di misure per sostenere le famiglie e imprese. Tra i provvedimenti di maggior rilievo ci sono il bonus ristrutturazioni e le modifiche all’assegno unico per i figli a carico: temi centrali nel dibattito politico di queste settimane.

Il bonus ristrutturazioni

Il bonus ristrutturazioni, già presente in manovra in passato, è stato confermato per il 2025 ma con alcune modifiche rilevanti. Il Governo ha infatti stabilito – contrariamente a quanto sembrava fino a poche ore prima dell’approvazione della manovra in Cdm – di prorogare gli incentivi per la riqualificazione edilizia della casa con detrazione fiscale al 50% e non abbassandola al 36%.

Meloni Giorgetti Salvini manovra 2025
Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Il bonus vale però soltanto per la prima casa, quella dove si è residenti. In altre parole: chi effettua lavori di ristrutturazione su immobili diversi dalla prima abitazione non potrà più usufruire di questi incentivi. Nonostante questa riduzione, il Governo ha assicurato che gli interventi di efficienza energetica, come il Superbonus, continueranno a ricevere attenzione, ma con una graduale riduzione delle agevolazioni.

Assegno unico in manovra

L’assegno unico per i figli, introdotto per semplificare il sistema di sostegni alle famiglie, subirà alcune modifiche importanti nella manovra 2025. In particolare, sarà incrementata l’attenzione alle famiglie con redditi bassi. Le famiglie con un ISEE fino a 40mila euro potranno beneficiare di un aumento dell’assegno, con un massimo di 1000 euro all’anno per i figli a carico.

Questa misura rappresenta un ulteriore passo verso il sostegno alla natalità, una delle priorità espresse dal Governo, che ha più volte ribadito l’importanza di aumentare i tassi di natalità nel Paese. L’assegno si rivaluterà annualmente in base all’inflazione. Ogni volta ci saranno nuovi criteri di calcolo basati sull’ISEE, che potrebbero portare a ulteriori benefici per le famiglie numerose.

Assegno unico in manovra di bilancio 2025
Foto Ansa/Alessandro Di Meo

Altri incentivi

Oltre ai bonus ristrutturazioni e all’assegno unico, la manovra prevede ulteriori incentivi per sostenere le famiglie e il lavoro. Tra questi, spiccano:

  • Bonus per i neonati: un assegno da 1000 euro per ogni nuovo nato, rivolto alle famiglie con redditi bassi.
  • Taglio del cuneo fiscale: confermato per ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro, specialmente per i lavoratori dipendenti a basso reddito.

Queste misure fanno parte di una strategia complessiva volta a ridurre la povertà e sostenere la crescita demografica, temi cruciali per il futuro del Paese.

Le reazioni alla manovra

Le misure previste nella manovra 2025 hanno suscitato opinioni contrastanti. Da un lato, il settore dell’edilizia accoglie con favore la proroga del bonus ristrutturazioni, sebbene il ridimensionamento degli incentivi abbia sollevato qualche preoccupazione. Le associazioni di categoria temono infatti che la riduzione delle detrazioni possa rallentare il mercato delle ristrutturazioni, specialmente per gli immobili non destinati a prima casa.

Dall’altro lato, le famiglie accolgono positivamente l’incremento dell’assegno unico, soprattutto in un contesto di aumento dei costi della vita. Tuttavia, alcune associazioni familiari hanno espresso il timore che le nuove modalità di calcolo dell’ISEE possano creare disparità nell’accesso ai benefici.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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