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Mascherine, torna l’obbligo negli ospedali

Tuttavia, in base all'ultima circolare Covid del ministero della Salute, la decisione è a discrezione del dirigente del noscomio

Negli ultimi giorni si sta assistendo a un ritorno dell’obbligo delle mascherine negli ospedali italiani, da Brescia alla Campania. Motivo? La ripresa della circolazione di virus come quelli che portano l’influenza stagionale e una risalita dei casi di Covid-19. L’obbligo di mascherina non è stato adottato in tutti i nosocomi italiani perché non esiste, oggi, una normativa che la imponga ovunque come è avvenuto in piena pandemia di Covid. Come previsto dall’ultima circolare del ministero, spetta ai direttori degli ospedali decidere se reintrodurre l’obbligo della mascherina all’ingresso o in alcuni reparti sensibili.  

Perché le mascherine

La decisione di reintrodurre l’obbligo delle mascherine in ospedale non è solo una risposta alla recrudescenza di casi di Covid-19, ma si inserisce anche in una strategia più ampia di prevenzione. L’obiettivo è di evitare la diffusione di malattie respiratorie in generale. Negli ospedali, infatti, circolano non solo il coronavirus, ma anche altri virus come l’influenza stagionale. Fattori che possono mettere a rischio la salute di pazienti immunodepressi o già debilitati da altre patologie.

Mascherine ospedali Italia Lombardia Campania
Foto X @Adnkronos

Le mascherine, in particolare quelle di tipo FFP2, sono ancora oggi fondamentali per ridurre la trasmissione dei virus nelle aree chiuse, dove il contatto ravvicinato fra le persone è inevitabile. Da parte sua il ministero della Salute ha chiarito che l’obbligo di indossare le mascherine è ristretto agli ambienti sanitari: quindi ospedali e case di cura. In particolare nelle aree in cui si trovano pazienti fragili.

Ciò include reparti di terapia intensiva, oncologia e geriatria, dove i rischi di complicanze in caso di infezione sono molto elevati. Non tutti gli ospedali hanno applicato immediatamente la norma in modo uniforme. Alcune regioni, come la Lombardia, hanno adottato tempestivamente la misura, mentre altre sono ancora in fase di adattamento. In ogni caso è possibile che entro fine del mese di ottobre, tutte le strutture sanitarie sul territorio nazionale avranno reintrodotto questa regola per l’accesso ai reparti.

Obbligo per tutto l’inverno

Al momento, l’obbligo di indossare le mascherine in ospedale rimarrà in vigore almeno fino alla fine dell’inverno, un periodo particolarmente critico per la diffusione di infezioni respiratorie. Tuttavia, le autorità sanitarie potrebbero decidere di prorogare o adattare le misure a seconda dell’evoluzione della situazione epidemiologica.

Mascherine ospedali italiani
Foto Ansa/Massimo Percossi

Gli esperti, tra cui il virologo Matteo Bassetti, hanno sottolineato che, sebbene sia necessario adottare un approccio prudente, è altrettanto importante evitare allarmismi. Le mascherine rappresentano uno strumento di prevenzione efficace, ma non si parla di un ritorno alle restrizioni generalizzate che abbiamo vissuto negli anni scorsi. Al contrario, l’attenzione si concentra su contesti specifici, come gli ospedali e la Rsa, dove il rischio di trasmissione di virus e patologie è più alto.

Reazioni alla nuova misura

La reintroduzione dell’obbligo di mascherina ha generato reazioni contrastanti fra i cittadini. Da un lato, molti accolgono con favore questa decisione, riconoscendone l’importanza per proteggere le fasce più deboli della popolazione. Soprattutto dall’ultima variante del Covid in circolazione anche in Italia. Dall’altro lato, alcuni cittadini manifestano stanchezza per l’uso delle mascherine perché speravano che il ritorno a restrizioni anti Covid non dovesse più avvenire. I pazienti fragili, dal canto loro, potrebbero sentirsi rassicurati da questa decisione, poiché sanno di poter contare su una maggiore protezione all’interno degli ospedali. Tuttavia, per garantire il successo di queste misure, è fondamentale la collaborazione di tutti, compreso il personale sanitario, che deve vigilare sull’applicazione delle regole.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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