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Al Pacino, una vita da raccontare

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Al Pacino, 84 anni compiuti ad aprile, è una delle leggende viventi del cinema mondiale, conosciuto per ruoli indimenticabili come Michael Corleone ne Il Padrino o Tony Montana in Scarface. Ma dietro la sua carriera di successo si nasconde una vita piena di sfide, contraddizioni, cadute e ed eccessi che l’attore ha deciso di raccontare nella sua autobiografia ‘Sonny Boy’. Nel libro, edito in Italia da ‘La nave di Teseo’, Pacino svela dettagli intimi della sua vita privata, difficoltà economiche e incontri straordinari che hanno segnato la sua esistenza.

Il sogno di recitare

Nato e cresciuto nel Bronx, il quartiere più difficile di New York, Al Pacino ha vissuto un’infanzia tutt’altro che facile. In Sonny Boy, ricorda il suo quartiere come un ambiente duro e spietato, ma anche come il luogo che ha forgiato la sua determinazione e il suo carattere. “Rubavo per mangiare” racconta Pacino nel libro, ricordando i momenti in cui la povertà lo spingeva a fare scelte disperate.

Foto X @CinemaTweets1

Ma nonostante tutto, è riuscito a seguire la sua passione per la recitazione, sostenuto da sua madre che, secondo l’attore, gli ha “salvato la vita“. Questa determinazione lo ha portato a lavorare nel teatro, prima di approdare al cinema. Il successo non è stato immediato, e Pacino ricorda come la Paramount non lo volesse per il ruolo di Michael Corleone, nonostante il sostegno del regista Francis Ford Coppola.

Al Pacino, successo e spese folli

Con il successo sono arrivati anche gli eccessi. Pacino ammette nel libro di aver speso somme astronomiche durante i suoi anni di maggiore celebrità: “Avevo 50 milioni di dollari e li ho spesi tutti” confessa. Tra le sue spese più folli, cita l’acquisto di 16 automobili e 23 telefoni cellulari, oltre a pagare un giardiniere 400.000 dollari l’anno e spendere 300.000 dollari al mese in altre spese. “Non avevo limiti“, dichiara nel libro, riflettendo su quel periodo in cui si lasciava trascinare dallo stile di vita hollywoodiano.

Le difficoltà e i compromessi

Nonostante il suo successo, Pacino non è stato immune da problemi finanziari. In un’intervista recente, ha rivelato di aver accettato alcuni ruoli cinematografici solo per necessità economica. “Ho fatto film che non mi interessavano solo perché avevo bisogno di soldi“, afferma l’attore. Questa sincerità mostra il lato umano di una delle figure più venerate di Hollywood, dimostrando che anche chi sembra avere tutto può ritrovarsi in difficoltà.

Foto lanavediteseo.eu

Un vita di alti e bassi

Sonny Boy non è solo un racconto di eccessi e difficoltà, ma anche una celebrazione dei trionfi personali di Pacino. L’attore riflette sui suoi successi professionali. E sulla sua lunga vita che lo ha portato a diventare nuovamente padre a 83 anni, nel 2023. Una paternità da lui definita “divertente e inaspettata“.

Nel libro, Pacino racconta anche del suo rapporto con il maestro del cinema Marlon Brando, che ha influenzato profondamente la sua carriera. Ricorda con affetto il loro primo incontro durante le riprese de Il Padrino, quando Brando si presentò sul set coperto di sugo di pollo, un momento che ancora oggi lo fa sorridere.

L’eredità di Al Pacino

Con Sonny Boy, Al Pacino consegna ai suoi fan e al mondo una testimonianza autentica della sua vita straordinaria, fatta di trionfi, sfide e decisioni difficili. Il libro rappresenta non solo un’opportunità per conoscere meglio l’attore, ma anche per riflettere sulle complesse dinamiche che accompagnano il successo e la fama. Al Pacino ci ricorda che dietro ogni leggenda c’è una persona che affronta le stesse difficoltà e incertezze di tutti noi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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