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Briatore vende il Twiga: Del Vecchio fra i possibili acquirenti

A 74 anni l'imprenditore cuneese getta la spugna e cede la sua quota. Tramonta un'epoca d'oro del lusso e del glamour in Versilia

Dopo anni di successi e celebrità che hanno frequentato il celebre beach club di Marina di Pietrasanta, Flavio Briatore ha annunciato la sua intenzione di cedere la propria quota di controllo del Twiga. È la fine di un’epoca per uno dei locali più rinomati d’Italia.

Il Twiga, inaugurato nel 2001, è divenuto nel corso degli anni un simbolo di lusso e glamour, frequentato da personaggi del mondo dello spettacolo, imprenditori e politici. La decisione di Briatore arriva in un momento in cui l’imprenditore sembra sempre più concentrato su nuovi progetti legati alla Formula 1, lasciando quindi spazio a nuovi potenziali proprietari.

Briatore cede quota Twiga
Foto VelvetMag

Leonardo Maria Del Vecchio

Tra i nomi che emergono come possibili acquirenti, quello di Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, appare in pole position. Il giovane imprenditore ha già dimostrato interesse per il settore dell’intrattenimento e della ristorazione di lusso, e l’acquisizione del Twiga potrebbe rappresentare per lui una nuova sfida. Secondo indiscrezioni, Del Vecchio starebbe valutando attentamente l’offerta, e la sua società, la Triple Sea Food, potrebbe rilevare la gestione del beach club.

Il Twiga: simbolo del lusso

Il Twiga Beach Club non è solo una delle mete più ambite della costa toscana, ma anche uno status symbol. La sua offerta di servizi esclusivi, dal ristorante stellato agli eventi frequentati dai VIP, lo ha reso un punto di riferimento per il turismo di lusso. L’eventuale passaggio di proprietà segna la fine di un ciclo che ha visto Flavio Briatore e Daniela Santanchè, attuale ministra del Turismo, costruire un impero nella costa versiliese. In questo contesto, la vendita del Twiga potrebbe rappresentare una svolta per il futuro del locale, che potrebbe mantenere la sua fama o subire cambiamenti significativi.

I motivi della vendita

La decisione di Briatore di lasciare il controllo del Twiga è dettata da un crescente impegno verso nuovi progetti. In particolare legati al mondo della Formula 1, settore che da sempre ha rappresentato una grande passione per l’imprenditore. Briatore ha dichiarato di essere “assorbito” dalle sue attività nel motorsport, il che lo ha portato a riflettere sulla necessità di concentrarsi maggiormente su questo fronte. Inoltre, la gestione di una struttura come il Twiga richiede un impegno costante che Briatore a 74 anni non è più disposto a garantire.

Twiga Briatore vende quota
Foto X @Corriere

Il futuro del Twiga

Se l’acquisizione da parte di Del Vecchio andasse a buon fine, è lecito aspettarsi dei cambiamenti. Anche se non sono ancora stati diffusi dettagli precisi, la gestione potrebbe subire un’evoluzione che, pur mantenendo l’alto livello di esclusività, potrebbe aprire a nuove forme di intrattenimento o partnership strategiche. Rimane tuttavia l’incertezza su come verrà gestito il rapporto con gli attuali partner, inclusa la società di Daniela Santanchè, che è stata per lungo tempo una figura chiave nella gestione del locale.

La vendita del Twiga segna la fine di un’epoca, ma potrebbe aprire nuove prospettive per il celebre locale della Versilia. L’interesse di Leonardo Maria Del Vecchio lascia intuire che il marchio potrebbe continuare a brillare nel panorama dell’intrattenimento di lusso italiano, pur con un cambio di gestione. Resta da vedere se il passaggio di proprietà confermerà le aspettative e se il Twiga manterrà il suo prestigio sotto la nuova guida.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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