Non è di certo un mistero che lo smog urbano, oltre a essere una minaccia per la nostra salute, sia anche uno dei fattori che più di tutti deturpa il paesaggio, lasciando edifici e strutture architettoniche grigi e opachi, come se si fossero spenti del tutto. Gli inquinanti atmosferici, infatti, causano macchie e incrostazioni, riducendo l’estetica degli spazi pubblici che appaiono così sciatti o peggio trascurati,

In tal ottica però, una soluzione innovativa è proprio la pittura autopulente, una vernice fotocatalitica a base di nanoparticelle di titanio che non solo si pulisce da sola, ma aiuta anche a purificare l’aria, contribuendo a ridurre l’inquinamento atmosferico.

A differenza della tradizionale pittura lavabile, che richiede manutenzione e pulizia periodica per rimuovere sporco e macchie, la vernice autopulente sfrutta la luce solare per attivare una reazione chimica in grado di degradare qualsiasi agente inquinanti. In altre parole, le superfici verniciate manterranno così il loro colore brillante più a lungo, senza bisogno di interventi di pulizia.

Pittura autopulente: come funziona la vernice del futuro

Grazie a studi condotti da chimici esperti, l’utilizzo di queste vernici potrebbe rappresentare la chiave di volta per un futuro tanto radioso quanto sostenibile. Oltre a migliorare l’estetica urbana, infatti, la pittura autopulente offre un’alternativa ecologica, ideale per chi cerca soluzioni durature e sostenibili per proteggere le superfici da smog e polvere, migliorando al contempo la qualità dell’aria.

La pittura autopulente è in grado di purificare l’aria – Velvetmag.it

Ma come funziona esattamente? Alla base della pittura autopulente troviamo la fotocatalisi, ovvero un processo chimico innescato dalla luce, in particolare da quella ultravioletta perché quando i raggi UV colpiscono le nanoparticelle di titanio nella vernice interagiscono con le molecole d’acqua presenti nell’aria gli elettroni che generano radicali ossidrili altamente reattivi.

Può sembrare abbastanza complesso il processo dietro alla fotocatalisi, basti sapere però che questi radicali attaccano poi gli inquinanti a contatto con la superficie verniciata e li convertono in sostanze meno nocive come acqua e anidride carbonica. Stando ai risultati ottenuti, la pittura autopulente potrebbe rimuovere fino al 96% degli inquinanti testati sulla sua superficie.

Ovviamente però, trattandosi di un risultato potenziale, va trattato con le pinze: bisogna capire infatti come agisce in un contesto urbano senza parametri ottimizzati come temperatura, umidità, concentrazione di inquinanti. L’efficacia della vernice quindi resta, ma potrebbe ridotta. Ciò non toglie tuttavia che la vernice autopulente resti un ottimo strumento per migliorare la qualità dell’aria in città metropolitane (e non solo) ormai altamente inquinate ai giorni nostri.