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Giorgio Montanini, dal coma alla rinascita

Il comico ha svelato di aver attraversato uno stato di coma a seguito di una polmonite: è così che ha trovato la forza di liberarsi dalla cocaina

Giorgio Montanini, noto attore e comico italiano, è tornato alla ribalta con un racconto personale toccante e drammatico. Dopo essere stato per anni sotto i riflettori grazie alla sua satira pungente e provocatoria, Montanini ha attraversato un periodo buio segnato da dipendenza dalla cocaina e la perdita di familiari. Tuttavia, è stato proprio un evento tragico, il coma a cui è stato sottoposto dopo una grave polmonite, che lo ha aiutato a risollevarsi da questo abisso e iniziare una nuova vita.

La lotta contro la droga

Montanini non ha mai nascosto il suo passato difficile, ma è solo di recente che ha deciso di svelarlo pubblicamente in maniera approfondita. In varie interviste il comico ha rivelato come la morte dei suoi genitori lo abbia gettato in una spirale di autodistruzione, culminata nell’abuso di cocaina. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Montanini, aveva speso oltre mezzo milione di euro in droga per affrontare il lutto e il dolore insostenibile della perdita.

Montanini Giorgio Festival del cinema di Venezia
Giorgio Montanini all’81esimo Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Questa dipendenza lo ha condotto a un progressivo deterioramento fisico e mentale, fino al punto di essere ricoverato per una polmonite che lo ha portato in coma per diversi giorni. Ironia della sorte, è stato proprio questo stato di sospensione tra la vita e la morte a dargli una nuova prospettiva.

La salvezza dopo il coma

Il coma ha rappresentato per Montanini una sorta di “reset” della sua vita. In un’intervista, ha raccontato come, al risveglio, abbia sentito una forza interiore che lo spingeva a ricominciare e a cambiare direzione. “Il coma è stato la mia salvezza” ha dichiarato in varie occasioni. “Mi ha tolto dalle grinfie della cocaina e mi ha dato la possibilità di riprendere in mano la mia vita“.

Il comico ha sottolineato che, senza quel drammatico evento, probabilmente non sarebbe riuscito a smettere con la droga. Montanini vede il coma non come una tragedia, ma come una seconda opportunità, una vera e propria rinascita che gli ha permesso di riordinare le sue priorità e concentrarsi su ciò che realmente conta.

Montanini con Serena Dandini
Montanini con Serena Dandini nel 2014. Foto Ansa/Claudio Peri

Montanini, rinascita professionale

Oggi, Giorgio Montanini è un uomo diverso. Dopo essersi liberato dalla dipendenza e aver affrontato il trauma del passato, ha iniziato un percorso di recupero fisico e mentale. Ha perso oltre 35 chili, si è dedicato al fitness e ha ritrovato l’amore per la sua professione. Il comico è tornato sui palchi e ha ripreso a esibirsi, portando con sé un nuovo bagaglio di esperienze e una profondità emotiva che traspare nei suoi spettacoli.

Nelle sue nuove esibizioni ha affrontato anche il tema della dipendenza e della sua lotta personale per risorgere dalle ceneri. Questo nuovo capitolo della sua carriera lo ha visto trasformarsi non solo come artista, ma anche come uomo, più consapevole dei propri limiti e delle proprie fragilità.

La storia di Giorgio Montanini è diventata un esempio di resilienza per molti. Il suo percorso dimostra che, anche nei momenti più bui, c’è sempre una possibilità di riscatto. Attraverso la sua esperienza, il comico vuole lanciare un messaggio di speranza a chi si trova intrappolato nella morsa delle dipendenze. “Se ce l’ho fatta io” ha dichiarato “allora possono farcela tutti“.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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