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L’inverno 2024-2025: previsioni tra gelo estremo e periodi più miti

Il fenomeno della Niña porterà il freddo che però potrebbe alternarsi a fasi meno rigide. Attenzione agli eventi estremi, sempre più frequenti

L’inverno 2024-2025 promette di essere una stagione complessa e sorprendente, caratterizzata da fenomeni atmosferici estremi. I modelli previsionali indicano che le condizioni meteo saranno fortemente influenzate dalla Niña e dal comportamento del vortice polare, elementi chiave che potrebbero condizionare le temperature e le precipitazioni nei prossimi mesi.

La Niña e il suo impatto sull’inverno

Uno dei protagonisti indiscussi della prossima stagione fredda sarà la Niña, un fenomeno climatico che si verifica quando le acque dell’Oceano Pacifico equatoriale diventano più fredde del normale. Questo evento ha un impatto significativo sul clima globale e, secondo gli esperti, potrebbe portare un inverno più freddo del solito in Europa, con il rischio di ondate di gelo che potrebbero raggiungere anche l’Italia.

Freddo clima in Italia
Foto Ansa/Epa maxim Shipenkov

La Niña tende a destabilizzare le correnti atmosferiche, creando le condizioni ideali per l’arrivo di masse d’aria fredda provenienti dalla Siberia o dalla Scandinavia. Queste correnti potrebbero causare un abbassamento significativo delle temperature in gran parte dell’Europa meridionale, con il potenziale di nevicate anche a basse quote.

Il vortice polare e il rischio di gelo

Un altro elemento cruciale per le previsioni invernali è il comportamento del vortice polare, un’area di bassa pressione che si forma nelle regioni artiche. Durante l’inverno, il vortice può indebolirsi, causando la discesa di masse d’aria gelida verso le latitudini più meridionali, compresa l’Italia.

Se il vortice polare dovesse risultare particolarmente debole, come suggerito dai modelli attuali, potremmo assistere a frequenti ondate di gelo. Le aree più colpite sarebbero quelle del Nord Italia, ma non si escludono episodi di freddo intenso anche nelle regioni centrali e meridionali, con il rischio di nevicate abbondanti e prolungate.

Precipitazioni e temporali

Oltre al freddo, l’inverno 2024-2025 potrebbe essere caratterizzato da episodi di maltempo particolarmente violenti. La combinazione tra l’afflusso di aria fredda e il passaggio di perturbazioni atlantiche potrebbe provocare temporali e piogge torrenziali, con il rischio di alluvioni in alcune regioni.

Gli esperti avvertono che la variabilità meteo sarà uno dei fattori dominanti della stagione. Mentre alcune aree potrebbero sperimentare un gelo estremo, altre potrebbero essere colpite da intense precipitazioni, soprattutto lungo le coste e nelle zone montuose, dove il rischio di frane e smottamenti sarà elevato.

Temperature invernali clima inverno 2024 2025
Foto Ansa/Epa Maxim Shipenkov

Inverno, possibili anomalie termiche

Nonostante le proiezioni di un inverno freddo, alcune aree potrebbero invece sperimentare anomalie termiche, con temperature al di sopra della media stagionale. Questo fenomeno potrebbe essere dovuto alla presenza di venti caldi provenienti dal Mediterraneo, che contrastano con l’aria fredda proveniente dal Nord.

Secondo gli esperti, queste oscillazioni termiche renderanno l’inverno 2024-2025 estremamente variabile, con giornate di freddo intenso seguite da periodi di relativa mitezza. Questo tipo di dinamica potrebbe rendere difficile prevedere con esattezza l’evoluzione del meteo a lungo termine.

In sintesi, l’inverno 2024-2025 si prospetta come una stagione imprevedibile, dominata da fenomeni estremi. La Niña e il Vortice Polare saranno i principali responsabili delle condizioni atmosferiche, con la possibilità di forti ondate di freddo e precipitazioni intense. Gli italiani dovranno prepararsi a un inverno potenzialmente rigido e ricco di sorprese.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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