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Elezioni Usa, a due settimane dal voto Trump avanti nei sondaggi

Ma la partita resta aperta, soprattutto nei 7 Swing States. Harris, che sta perdendo terreno, punta sui comizi di Michelle Obama

Le elezioni presidenziali statunitensi del 2024 si avvicinano – si svolgeranno il 5 novembre – e la corsa tra i due principali contendenti, Donald Trump e Kamala Harris, si fa sempre più serrata. Gli ultimi sondaggi rivelano uno scenario incerto e in costante evoluzione, con entrambi i candidati impegnati a conquistare il sostegno degli elettori negli Stati chiave, dove si deciderà il futuro presidente degli Stati Uniti.

Trump in crescita nei sondaggi

Negli ultimi giorni, Donald Trump ha visto crescere il suo consenso in diverse aree strategiche del paese, in particolare negli Swing States come la Georgia e il Michigan. Secondo alcune rilevazioni, il miliardario newyorkese avrebbe guadagnato terreno grazie a una campagna elettorale che continua a martellare sui temi dell’immigrazione e della sicurezza, temi centrali per la sua base di elettori.

Donald Trump elezioni americane del 5 novembre 2024
Foto Ansa/Epa Jim Lo Scalzo

In questi Stati, dove si concentrano gli sforzi di entrambi i candidati, Trump ha saputo invertire una tendenza che, fino a poche settimane fa, sembrava favorire la vicepresidente Harris. La sua retorica populista e la promessa di un ritorno all’”America First” hanno risuonato fortemente tra gli elettori conservatori. Così come fra coloro che vedono in lui un baluardo contro l’immigrazione incontrollata e il declino economico.

Harris punta su Obama

Se da un lato Trump guadagna terreno, dall’altro Kamala Harris non sta di certo a guardare. La vicepresidente ha intensificato la sua campagna per le elezioni negli Stati decisivi, cercando di ottenere il sostegno dei gruppi afroamericani e latinos, fondamentali per il Partito Democratico. Tuttavia, i sondaggi mostrano una Harris in difficoltà: nonostante il suo forte impegno, l’elettorato progressista non sembra convinto a sufficienza dalla sua leadership. Neppure l’elettorato di colore e meticcio.

La Harris punta molto sul sostegno di Michelle Obama, un volto molto popolare tra i democratici, e sull’endorsement di figure centrali come l’ex presidente Barack Obama. Il suo messaggio di inclusione e di progresso sociale trova consenso in ampie fasce dell’elettorato, specialmente tra i giovani e le donne, ma la strada per la Casa Bianca appare più complicata del previsto.

Obama sostiene Harris alle elezioni Usa
Michelle Obama. Foto Ansa/Epa Will Oliver

Gli Stati chiave per le elezioni

Negli Stati del Midwest come il Wisconsin e il Pennsylvania, che storicamente oscillano tra i democratici e i repubblicani, la partita è ancora aperta. Entrambi i candidati stanno cercando di convincere l’elettorato indeciso, che rappresenta la vera incognita di queste elezioni.

Secondo un recente sondaggio, Harris mantiene un leggero vantaggio tra gli elettori indipendenti, un gruppo demografico che potrebbe rivelarsi cruciale per il risultato finale. Tuttavia, il margine è sottile, e qualsiasi errore o gaffe potrebbe costare caro. D’altro canto, Trump sta concentrando i suoi sforzi per conquistare i colletti blu e gli elettori della classe lavoratrice, sfruttando le loro preoccupazioni legate al mercato del lavoro e alle politiche migratorie.

Elezioni, una partita incerta

Nonostante la recente risalita di Trump nei sondaggi, la partita resta incerta. La retorica anti-immigrazione del tycoon continua a mobilitare la sua base elettorale, ma Harris conta sul sostegno delle minoranze etniche e delle donne. Si tratta di settori cruciali per il successo dei democratici alle elezioni presidenziali. Con il giorno delle elezioni che si avvicina rapidamente, sarà determinante capire come i candidati si muoveranno nelle ultime settimane di campagna. Gli swing voters degli Stati chiave (gli Swing States), ossia gli elettori che cambiano il loro voto di elezione in elezione, avranno l’ultima parola su chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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