Un conteggio rallentato all’ultimo voto, scheda per scheda, sta tenendo col fiato sospeso la Moldavia e i vertici dell’Unione europea. Ma anche la Russia. Nel Paese slavo al confine fra Ucraina e Romania il 20 ottobre i cittadini si sono recati alle urne per scegliere il nuovo presidente della Repubblica e l’adesione o meno alla Ue tramite referendum.
Ebbene, l’esito del referendum sulla modifica della Costituzione, che stando ai pronostici appariva scontato a favore dell’adesione alla Ue, è stato invece a lungo in bilico. È testa a testa tra i voti contrari e quelli a favore. Al mattino del 21 ottobre la conta delle schede segnalava il vantaggio del “Sì” all’Europa. Ma con scarto minimo. Quando risultavano scrutinate 2.191 sezioni su 2.219 i filo-Ue erano al 50,2% (739.838 voti) mentre gli anti Ue erano 49,7% (732.644 voti). Si trattava di appena 744 voti di scarto.
Forti tensioni in Moldavia
Nelle liste elettorali di base figurano 2.714.239 elettori e la consultazione non è comunque vincolante. Ma è chiaro che il significato politico è storico. La Moldavia, ex repubblica socialista sovietica di quello che fu l’impero comunista russo, è andata al voto in un clima politico di fortissima tensione. Caratterizzato da denunce di influenze russe da parte delle istituzioni moldave, e da rapporti sempre più tesi fra Chisinau e Mosca. Nei giorni precedenti al voto sono scattati controlli serrati da parte della polizia, anche negli aeroporti, per il timore di infiltrazioni di agenti russi giunti nel Paese con l’intenzione di corrompere gli elettori affinché si recassero alle urne per votare “No” al referendum pro-Europa.
Presidenziali: si va al ballottaggio
L’intenzione dei filorussi, però, al momento non avrebbe avuto esito. Il risultato del referendum si è ribaltato nelle ultime ore a vantaggio a dei pro-Europa quando è iniziato il conteggio dei voti della diaspora. I moldavi emigrati all’estero sono in massa favorevoli all’adesione della madrepatria all’Unione.
Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, si andrà al ballottaggio. A sfidarsi saranno la presidente uscente Maia Sandu, filo-occidentale, e il candidato Alexandr Stoianoglo, ex procuratore generale filo-russo. Sandu ha prevalso fra gli 11 candidati in corsa, con il 41,8% dei voti, mentre Stoianoglo si è attestato al 26,3%. Il ballottaggio si terrà il 3 novembre.
Sandu contro Putin
Durissima la dichiarazione della presidente Sandu al momento del voto. “La Moldavia ha dovuto affrontare un attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese, sia oggi che negli ultimi mesi” ha dichiarato. “Gruppi criminali, collaborando con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali, hanno attaccato il nostro Paese con decine di milioni di euro, bugie e propaganda. Utilizzando i mezzi più vergognosi per mantenere i nostri cittadini e la nostra nazione intrappolati nell’incertezza e nell’instabilità. Abbiamo prove evidenti che questi gruppi criminali miravano ad acquistare 300.000 voti, una frode di portata senza precedenti. Il loro obiettivo era minare un processo democratico. La loro intenzione era di diffondere paura e panico nella società. Non ci tireremo indietro dal difendere la democrazia e la libertà. Stiamo aspettando i risultati finali e risponderemo con decisioni ferme”.
Moldavia contesa da due potenze
Da anni la Moldavia vive una profonda divisione politica e sociale. Da un lato, ci sono forze politiche pro-europee, come la presidente uscente Maia Sandu, che spingono per un’integrazione con l’Unione europea. Dall’altro, i gruppi filorussi, rappresentati da forze politiche come il Partito Socialista di Moldavia, vogliono mantenere stretti legami con la Federazione russa.
Non è un segreto che la Russia abbia storicamente avuto una forte influenza sulla Moldavia. A causa dei legami economici, culturali e linguistici, molti cittadini moldavi, specialmente nelle regioni più povere, si sentono ancora vicini a Mosca. Il Cremlino non ha nascosto la sua opposizione a un’eventuale adesione della Moldavia alla Ue. D’altro canto, l’Unione europea vede nella Moldavia un potenziale 28° Stato membro in grado di consolidare democrazia e rispetto dei diritti umani nella regione. Negli ultimi anni Bruxelles ha intensificato gli sforzi per sostenere Chisinau, offrendo aiuti economici e sostenendo le riforme per avvicinare il Paese ai propri standard.