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Nuovi santi, Papa Francesco canonizza anche due italiani

Sono Giuseppe Allamano ed Elena Guerra. Appello del Pontefice alla pace in Medio Oriente e a "non rassegnarsi alla violenza"

Domenica 20 ottobre Papa Francesco ha celebrato una messa speciale in Piazza San Pietro per la canonizzazione di 14 nuovi santi: un evento che ha attirato migliaia di fedeli da tutto il mondo. La cerimonia, avvenuta in una giornata simbolicamente significativa, ha visto la partecipazione di alte autorità religiose e politiche, tra cui il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.

Un momento di spiritualità e unità

La proclamazione dei santi è un evento di grande importanza per la Chiesa cattolica, che riconosce il sacrificio e la dedizione di uomini e donne che hanno vissuto in maniera esemplare la propria fede. Tra i nuovi santi spiccano figure diverse per origini e storie, ma tutte accomunate dall’essere modelli di vita cristiana.

Santi papa Francesco Mattarella canonizzazione
Mattarella e Papa Francesco alla canonizzazione dei nuovi santi il 20 ottobre. Foto Ansa/Quirinale Paolo Giandotti

La loro canonizzazione arriva in un momento in cui Papa Francesco ha più volte sottolineato l’importanza di riscoprire la spiritualità nella vita quotidiana. Il Pontefice ha sottolineato durante l’omelia il coraggio di questi nuovi santi, che hanno saputo “rispondere con generosità alla chiamata di Dio“, invitando i fedeli a seguirne l’esempio in un mondo sempre più frammentato e bisognoso di testimoni di pace.

Nuovi santi, i martiri di Damasco

Tra i nuovi santi che il Papa ha proclamato, particolare attenzione è stata dedicata ai martiri di Damasco, un gruppo di religiosi che ha sacrificato la propria vita per difendere la fede durante un periodo di violente persecuzioni nel XIX secolo. Oltre ai martiri di Damasco, è stato canonizzato anche Giuseppe Allamano, missionario piemontese fondatore dei Missionari della Consolata, conosciuto per il suo instancabile lavoro a favore delle missioni cattoliche in Africa. La sua opera ha avuto un impatto duraturo, soprattutto nelle regioni più remote del continente africano, dove la sua eredità spirituale e umanitaria continua a essere viva.

La partecipazione di Mattarella

Ha assistito alla cerimonia in Piazza San Pietro anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ha voluto dimostrare il legame dell’Italia con la cultura e la fede cattolica. Senza per questo venir meno al rispetto della laicità dello Stato e delle numerose comunità di cittadini non credenti, atei, musulmani, buddisti e di altre religioni, filosofie e credenze che esistono e sono ben radicate nel nostro Paese.

Santi proclamati dal papa il 20 ottobre in piazza San Pietro
Foto X @PLinVatican

Tra i nuovi santi che il Papa ha proclamato figurano due italiani. Oltre a Giuseppe Allamano anche Elena Guerral’apostola della Spirito Santo” cui si deve la Congregazione delle Suore di Santa Zita. Mattarella, nel suo breve intervento successivo alla cerimonia di canonizzazione, ha sottolineato come figure come quelle dei nuovi santi siano “fonti di ispirazione per l’intera nazione“, ricordando il valore della solidarietà e del sacrificio per il bene comune.

Messaggio per la Terra Santa

Durante l’Angelus, Papa Francesco ha lanciato un accorato appello per la pace in Terra Santa, con riferimento ai recenti conflitti che hanno sconvolto la regione. Il Pontefice ha chiesto preghiere per la fine delle ostilità e per il dialogo tra i popoli di Palestina, Israele e Libano, invitando i fedeli a “non rassegnarsi alla violenza“. La canonizzazione di nuovi santi come i martiri di Damasco assume un significato ancora più profondo. E rappresenta non soltanto un riconoscimento del loro sacrificio, ma anche un richiamo alla necessità di lavorare instancabilmente per la pace e la giustizia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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