Veronica Tomassini torna il libreria con quello che è stato accolto, anni fa, come un caso letterario. Il suo titolo è Sangue di cane. E se dovessimo soffermarci col dire che è un romanzo che racconta una storia d’amore impossibile, ci renderemmo conto – fin dalla prima pagina di questo libro – che avremmo detto ben poco.
In libreria torna un romanzo italiano che tratta una vicenda forte di una vita intestina. Piena di implicazioni sociali di una città-ombra, nascosta e quasi invisibile. Anni fa, venne considerato come caso letterario per la sua carica eversiva, Sangue di cane (La Nave di Teseo), opera di Veronica Tomassini . L’autrice che traccia una fervida connessione con tutto ciò che è antieroe, privo di qualsiasi aurea di leggerezza, racconta in Sangue di cane parte di una vita vissuta ai margini di una città che contiene la già citata, città-ombra. E’ la città di chi cerca di sopravvivere fino all’alba successiva. Di chi è senza dimora, di chi è arrivato da lontano e si trova incagliato tra i bassifondi.
Veronica Tomassini e il suo Sangue di cane
Sangue di cane è la storia dell’amore impossibile, atroce e inevitabile tra una ragazza della città reale e un uomo della città-ombra. Sławek, un uomo che di professione fa il semaforista e per sopravvivere allunga la mano chiedendo: “Poco spicci, prego”. Vive ai margini della città, finché trova in una giovane ragazza di Siracusa una nuova speranza, e forse un futuro. Veronica Tomassini trascina il lettore in una storia che scuote gli animi come un fiume in piena, seguendo l’energia pulsante di un amore impossibile.
Difatti, l’amore di Veronica Tomassini raccontato nel suo romanzo è quel pilastro sul quale la narrazione si evolve, prende forma. E un sentimento che si inquina e si purifica rimanendo confiscato tra la finzione di una società perbenistica e la realtà di un popolo umiliato e confinato. Scritto con un linguaggio dolente. L’amore che lega la ragazze e il semaforista è intenso a tal punto da essere l’incarnazione di un dolore dal quale nessuno vorrà o penserà di redimersi. In un breve estratto di questo libro, l’autrice si dona una pagina bianca per scrivere il perché Sangue di cane è di nuovo qui.
E di quello che ha scritto, lo riportiamo qui con qualche virgolettato qui di seguito: “L’amore antiborghese ebbe un qualche effetto sui lettori, la critica, fu il cosiddetto caso letterario. […] Tornare a Sangue di cane è ricondurvi oltre il velario di anni non riferibili se non a brani, se non in una sincopata successione documentata ed emotivamente febbrile di quel che forse non riuscirò mai a raccontare del tutto”. Uscì il 10 settembre del 2010, e i lettori lo chiedono ancora. Vogliono la storia di quegli ‘eroi capovolti’ di cui la stessa autrice ne conosce il tatto, l’odore e la profondità. L’autrice ci dice che doveva raccontare e che “non era possibile che raccontare” una storia che non spegne la voce di chi si ritrova ai margini.