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Bianca Berlinguer: il fuorionda che scuote l’opinione pubblica

Striscia la Notizia mostra la giornalista che, oltre a definire "branco di incapaci" i propri collaboratori, attacca la Rai senza mezzi termini

Bianca Berlinguer, storica giornalista e conduttrice televisiva, si trova nuovamente al centro dell’attenzione mediatica a causa di un fuorionda esplosivo. Durante una registrazione per il suo programma, la conduttrice si è lasciata andare a commenti molto duri, rivolti sia ai suoi collaboratori che alla Rai, l’emittente televisiva pubblica italiana da cui Berlinguer ha recentemente lasciato per passare a Mediaset. Il fuorionda, ripreso da Striscia la Notizia, ha fatto il giro del web e ha suscitato reazioni contrastanti.

Berlinguer, il fuorionda incriminato

Nel video trapelato, Bianca Berlinguer appare visibilmente irritata mentre critica apertamente i suoi collaboratori, definendoli “un branco di incapaci. Non si limita, però, al suo staff. La giornalista si lascia andare a pesanti considerazioni anche nei confronti della Rai, affermando che, se fosse rimasta nell’emittente pubblica, “oggi non sarei più in onda”. Questa dichiarazione ha alimentato il dibattito sull’editoria televisiva e sulle dinamiche interne ai media italiani. La conduttrice ha esplicitato come la situazione nella sua vecchia azienda fosse diventata insostenibile, “ringraziando Dio” per essere riuscita a uscirne prima che la sua carriera ne risentisse ulteriormente.

Berlinguer Bianca Striscia fuorionda
Bianca Berlinguer. Foto Ansa/Ettore Ferrari

La reazione del pubblico

Il fuorionda, trasmesso durante una puntata di Striscia la Notizia, ha suscitato una serie di reazioni miste. Da un lato, molti spettatori hanno compreso il malcontento della Berlinguer, considerandola vittima di un sistema rigido che limita la libertà di espressione e la creatività dei conduttori. Dall’altro, alcuni hanno criticato aspramente la conduttrice, ritenendo inopportuno lo sfogo pubblico nei confronti di colleghi e collaboratori.

I social network si sono infiammati. Molti utenti si sono schierati in difesa della conduttrice, sostenendo che il suo sfogo sia una conseguenza delle tensioni professionali, mentre altri l’hanno giudicata troppo severa nei confronti dei suoi collaboratori.

Berlinguer e Mediaset

Bianca Berlinguer, una figura di spicco nel panorama giornalistico italiano, ha lasciato la Rai dopo decenni di collaborazione nel 2023. E ha portato con sé un bagaglio di esperienza e professionalità non comune. Il suo passaggio a Mediaset è stato un evento che ha fatto molto discutere e, da allora, le polemiche non si sono mai placate. In particolare, Berlinguer ha criticato la crescente difficoltà di portare avanti trasmissioni con libertà editoriale all’interno del servizio pubblico. La sua decisione di lasciare la Rai, per quanto criticata, si è dimostrata in linea con il desiderio di mantenere un certo margine di autonomia giornalistica.

Gli effetti sull’immagine pubblica

Il fuorionda della Berlinguer ha inevitabilmente sollevato questioni legate all’etica professionale e al ruolo dei conduttori televisivi. Se da un lato la sua reazione può essere vista come lo sfogo di una professionista esasperata da un sistema inefficiente, dall’altro si aprono interrogativi sulla responsabilità che figure pubbliche come lei hanno nel mantenere un comportamento rispettoso nei confronti di colleghi e collaboratori.

In un mondo come quello televisivo, dove le tensioni sono all’ordine del giorno, momenti come questi possono accadere, ma il fatto che vengano resi pubblici solleva dubbi sull’opportunità di utilizzare tali clip per alimentare lo spettacolo mediatico. Striscia la Notizia non è nuova a questo tipo di esposizione, e ciò genera un’ulteriore riflessione sul confine tra giornalismo e intrattenimento.

Berlinguer con Elly Schlein
La Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein (a sinistra) con Bianca Berlinguer. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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