Casa ordinata e bambini infelici? La verità svelata da uno psicologo, cosa c’è dietro questo modo di dire
Avere una casa quanto più ordinata possibile non dispiace, ma ne vale la pena se si hanno bambini molto piccoli?
Tra giocattoli sparsi, matite in cucina e oggetti che appaiono nei luoghi più improbabili, il caos sembra essere una costante con l’arrivo di un figlio proprio perché porta con sé cambiamenti inevitabili, capaci di sconquassare nel profondo non solo la casa – che diventa specchio di questa nuova realtà – ma anche la coppia che deve trovare un nuovo equilibrio tra la genitorialità e l’intimità.
Tuttavia, per quanto si sia portati a pensare il contrario, il disordine non è sempre negativo, anzi è proprio l’ossessione per l’ordine, confusa con un eccesso di zelo per la sicurezza, che rischia di togliere all’ambiente familiare il calore e la personalità di una casa che racconta chi siamo quando nessuno ci guarda. Ma non solo.
Gli esperti infatti sottolineano che una casa disordinata non equivale a una casa sporca: è naturale e salutare pulire regolarmente, ma il “disordine” racconta una storia diversa, quella della quotidianità vissuta, motivo per cui è sbagliato sognare case perfettamente ordinate come quelle delle riviste, perché questo desiderio può portare a una continua ricerca di perfezione che, alla lunga, rischia di sacrificare la vivacità e l’autenticità degli ambienti.
L’ordine nel disordine: cosa racconta di noi e quale impatto ha sui bambini
L’ordine impeccabile e ricercato a ogni costo quindi potrebbe togliere quel tocco di personalità che rende ogni stanza davvero “nostra”. Ovviamente, ciò non toglie che quando nasce un bambino è importante creare ambienti sicuri, magari arredando la cameretta con mobili ad angoli arrotondati, coprendo le prese e fissando le mensole. Tuttavia, limitare la vita dei piccoli ai soli spazi della loro stanza non è una scelta vantaggiosa.
I bambini hanno bisogno di sentirsi a proprio agio in ogni angolo della casa e gli oggetti che usano (specialmente i giocattoli) dovrebbero trovare spazio anche in salotto, in cucina e negli ambienti di vita comune e per un motivo per certi versi davvero scontato: includerli nello spazio domestico significa riconoscere loro un posto in famiglia, un messaggio che li fa sentire accolti e protetti a prescindere da qualsiasi circostanza.
Ecco perché secondo gli psicologi la casa perfetta è quella che esprime la vita vera, con i suoi alti e bassi, e anche con quel tocco di caos che inevitabilmente porta con sé. Anche perché cercare di mantenere tutto sotto controllo, oltre a essere faticoso, rischia di riflettersi negativamente anche sui figli investiti da un’eccessiva disciplina legata all’ordine che può influire sulla loro capacità di autoregolarsi e di esprimersi liberamente.
Certo, è giusto insegnare ai bambini a rimettere a posto i giocattoli alla fine della giornata, ma non va trasformato in un’imposizione costante che inibisca la creatività o imponga la perfezione anche durante il gioco. In fondo, una casa accogliente e autentica è un ambiente dove il disordine è ammesso, entro certi limiti. La serenità familiare, i bei momenti condivisi, sono ben più importanti di una casa da copertina.