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Pasta, che passione! Ma ora penne e spaghetti spopolano anche all’estero

Noi ne mangiano 23 chili all'anno di media. Ma anche in Tunisia, Venezuela, Grecia e Cile il consumo cresce a vista d'occhio

Si celebra il 25 ottobre il World Pasta Day, la giornata che esalta in tutto il mondo il prodotto simbolo della dieta mediterranea e del Made in Italy. Ed è proprio l’Italia il Paese dove più si consuma la pasta. Le famiglie italiane spendono all’anno quasi quattro miliardi di euro per mettere nel carrello la pasta, in tutte le sue varianti.

Secondo gli ultimi dati disponibili – rileva Coldiretti – gli italiani mangiano 23,1 chilogrammi a testa all’anno. Tuttavia penne e spaghetti spopolano anche all’estero con i 17 chili della Tunisia, seconda in questa speciale classifica seguita da Venezuela (12 Kg), Grecia (11,4 kg), Cile (9,5 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina (8,6 kg) e Iran (8,5 kg). Nonostante la difficile situazione internazionale, le esportazioni di pasta italiana sono aumentate del 6% nei primi sette mesi del 2024, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat. Con Germania, Stati Uniti e Francia che sono nell’ordine i principali mercati. Una ulteriore crescita dopo un 2023 che ha visto le esportazioni di pasta in valore raggiungere la cifra di 4,1 miliardi di euro.

World Pasta Day spaghetti dove si mangiano di più
Foto Agi.it

Grano duro, migliaia di ettari coltivati

Con oltre 21mila ettari coltivati in Veneto e una crescita della superficie del +10% vocata a grano duro, la Pianura Padana rappresenta un nuovo bacino per questa coltura. A incidere sulle performances del comparto la decisione di alcuni grandi marchi che hanno scelto la filiera del Made in Italy 100%. Quattro pacchi di pasta su 10 sono fatti con grano italiano. La novità degli ultimi anni è rappresentata dall’arrivo sul mercato di pasta 100% italiana, fatta con grano di origine nazionale.

Un prodotto che si sta diffondendo con il coinvolgimento dei principali brand del settore. Il consumo di penne e spaghetti garantiti tricolori è arrivato a rappresentare mediamente il 40% in volume e valore del totale che si acquista nell’ambito della grande distribuzione: supermercati e ipermercati. Si tratta di un ulteriore dato certificato dall’analisi di Coldiretti sui dati Ismea.

Dai numeri possiamo ben capire come il settore sia strategico a tutti i livelli” afferma Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto. “I produttori di grano duro italiani e veneti – aggiunge – devono esserne protagonisti. Per questo chiediamo regole certe negli scambi commerciali, reciprocità nei metodi di coltivazione, a partire dall’uso del glifosate in pre-raccolta a cui siamo contrari. E anche adeguate garanzie di salubrità per i nostri consumatori oltre che per i produttori“.

Pasta Day, l'Italia si conferma al top ma è tallonata dalla Tunisia
Foto X @Agenzia_Ansa

La pasta e il suo futuro

Il prodotto pasta è tuttavia in evoluzione. Se si considerano, in prospettiva, i prossimi 25 anni, lo scenario che si presenta è impressionante. Stando a quanto già lo scorso anno rilevava una nota dell’Unione Italiana Food e International Pasta Organisation, per più di un italiano su 2 (59%), “la pasta conoscerà nuove tipologie“. Ovvero si tratterà di pasta “con farine o ingredienti alternativi. Sarà inoltre conservata in packaging più ecologici e biodegradabili” e “vedrà l’aggiunta di tanti nuovi formati“.

Ma, curiosità, la novità inattesa riguarda il consumo di pasta in momenti della giornata meno tradizionali, come a colazione o a merenda. Insomma, a dispetto d’una presunta anima “conservatrice” degli italiani, 8 su 10 (79.5%) “dimostrano grande apertura, confermando di essere pronti a consumarla appena svegli o come break durante la giornata“. A patto che mantenga sempre alti i livelli di qualità e gusto (48.1%). Il gusto, infatti, rimane al primo posto tra i requisiti ricercati in un piatto di pasta.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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