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Cartelle esattoriali addio: ecco cosa cambia dal 2025

Basterà un singolo atto di accertamento per dare il via alla procedura di riscossione forzata

A partire dal 2025 il sistema di riscossione dei debiti nei confronti del fisco subirà una trasformazione radicale. Scatterà l’eliminazione delle cartelle esattoriali così come le conosciamo oggi. Questa novità, introdotta nell’ambito della riforma fiscale in corso, semplificherà notevolmente il processo di riscossione dei debiti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Vediamo cosa comporta questa novità e quali saranno gli effetti concreti per i contribuenti.

Semplificazione e velocità

La riforma fiscale introdurrà dal 2025 una nuova modalità di riscossione dei debiti fiscali. Le cartelle esattoriali, che finora rappresentavano il documento tramite il quale l’Agenzia delle Entrate comunicava ai cittadini la richiesta di pagamento di tributi non versati, non esisteranno più. Al loro posto, basterà un singolo atto di accertamento per dare il via alla procedura di riscossione forzata.

Fisco cosa cambia per le cartelle esattoriali
Foto X @ilSalvagenteit

Questa modifica ha l’obiettivo di rendere più efficiente e rapida la procedura di recupero dei crediti da parte dello Stato. In passato le cartelle esattoriali erano spesso oggetto di lunghe attese. In pratica consentivano ai contribuenti di rimandare il pagamento dei loro debiti per mesi, se non anni. Con il nuovo sistema, invece, l’accertamento stesso sarà immediatamente esecutivo, senza bisogno di ulteriori comunicazioni.

Pignoramenti e fermi più rapidi

Una delle principali conseguenze dell’eliminazione delle cartelle esattoriali sarà l’accelerazione delle misure coercitive per il recupero dei debiti. Non sarà più necessario attendere la notifica della cartella per avviare un pignoramento o un fermo amministrativo. L’accertamento del debito basterà da solo per far scattare le misure di recupero forzato.

Questa modifica riguarderà non solo i debiti con l’Agenzia delle Entrate, ma anche quelli legati alle imposte locali, come l’IMU o la TARI. E anche le sanzioni amministrative, tra cui le multe. Il risultato sarà un sistema di riscossione più incisivo, che punta a ridurre l’evasione fiscale e a garantire che i debiti verso la pubblica amministrazione vengano recuperati in tempi più brevi.

La rottamazione delle cartelle

Non tutti i debiti saranno soggetti alle nuove regole. La riforma prevede infatti alcune esenzioni e agevolazioni per determinate categorie di contribuenti. Ad esempio, per i debiti inferiori a determinate soglie, sarà possibile accedere a forme di rottamazione o rateizzazione più favorevoli, evitando così le misure coercitive immediate.

Fisco cartelle esattoriali
Foto X @infoiteconomia

La rottamazione automatica, già introdotta negli anni precedenti, continuerà a essere uno strumento fondamentale per ridurre il carico fiscale dei contribuenti in difficoltà. In particolare, i debiti accumulati durante il periodo di emergenza sanitaria legato al COVID-19 potranno essere cancellati o ridotti tramite sanatorie mirate.

Cartelle e fisco

L’eliminazione delle cartelle esattoriali, se da un lato mira a rendere più efficiente la riscossione dei debiti, dall’altro solleva preoccupazioni sulla possibile severità del nuovo sistema. Con l’esecuzione immediata delle misure coercitive, i contribuenti avranno meno tempo per mettersi in regola con il fisco prima di subire pignoramenti o fermi amministrativi. Tuttavia, il Governo ha sottolineato che la riforma sarà accompagnata da un potenziamento delle forme di tutela per i contribuenti in difficoltà economica, con la possibilità di accedere a piani di rateizzazione o esenzioni mirate.

L’addio alle cartelle esattoriali rappresenta un cambiamento significativo nel sistema di riscossione fiscale italiano. A partire dal 2025, l’accertamento del debito sarà sufficiente per avviare la riscossione forzata, con tempi più rapidi e procedure semplificate. Il Governo promette un fisco più efficiente e incisivo, ma resta da vedere come verranno gestite le situazioni più delicate, dove la rapidità della riscossione potrebbe scontrarsi con le difficoltà economiche di molti contribuenti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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