La notte fra il 5 e il 6 gennaio, quando tutti dormono, in ogni casa arriva la Befana a lasciare dolci per i bambini buoni o carbone per quelli cattivi: ecco com’è nata questa festa. 

Una delle più famose filastrocche legata alla festa dell’Epifania è questa: “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, il cappello alla romana, viva viva la Befana”. Ma com’è nata questa festa? Due tradizioni, che con il passare dei secoli sono diventate quasi un tutt’uno. Oggi viene festeggiata con il nome di Epifania, parola che deriva dal greco e significa apparizione, scelta dalla tradizione cristiana per ricordare l’arrivo dei tre Re Magi, che guidati dalla stella cometa hanno portato i tre doni preziosi a Gesù Bambino: l’oro, l’incenso e la mirra.

I tre Re Magi, prima di giungere a Betlemme e di essere guidati da una stella cometa, lungo il tragitto, bussarono alla porta di una vecchia signora per chiedere indicazioni, ma non ottennero alcuna risposta utile. Ugualmente, i tre sacerdoti chiesero all’anziana signora di prendere parte al loro viaggio, ma lei rifiutò per il troppo lavoro da sbrigare. Subito dopo che i tre Re Magi ripresero il proprio cammino per andare a trovare il Salvatore, la vecchia signora capì il suo sbaglio e immediatamente si mise in viaggio per cercare di riunirsi a loro, ma ormai era troppo tardi. I tre Re Magi non riuscì più ad incontrarli ma durante tutto il suo tragitto, l’anziana signora fermò ogni bambino per dargli un regalo, sperando che ognuno di loro potesse essere Gesù. Da quel giorno, ogni anno la sera dell’Epifania, la Befana esce di casa con la speranza di riuscire ad incontrare il Salvatore, entrando in ogni casa e lasciando ad ogni bambino che è stato buono un dono o del carbone se è stato cattivo.

La seconda leggenda risale a molti anni prima della nascita di Gesù Bambino ed è legata alla tradizione pagana. Secondo alcuni storici, la Befana è nata tra il decimo e sesto secolo avanti Cristo, come rito propiziatorio per il raccolto dell’anno futuro, diffuso in Italia e legato alla cultura celtica. Gli antichi romani per festeggiare la morte e la vita, ossia la fine dell’anno solare e l’inizio del solstizio d’inverno, per dodici giorni eseguivano riti propiziatori ed erano convinti, che la dodicesima notte, delle figure femminili volassero sui campi coltivati, come buon auspicio. Tutte queste leggende e tradizioni hanno fatto in modo, che nell’immaginario collettivo la figura della Befana corrispondesse ad una vecchia signora burbera con gli adulti e i furbetti, ma allo stesso tempo una nonna dolce e premurosa con i bambini buoni, che vengono premiati la notte tra il 5 e il 6 gennaio, quando tutti dormono, riempiendo le calze con i dolcetti, volando a bordo della sua scopa.

 

 

 

 

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