Risalendo la valle del Bidente da Forlì verso Firenze, dove la Romagna diventa Toscana, sorge un paese di 4.200 anime, le cui casette antiche si specchiano sul fiume. E’ Santa Sofia, un piccolo comune italiano che, forse ad insaputa di tanti, vanta una lunga tradizione in quanto a legame con l’arte contemporanea. Tra il dolce profumo dei mandorli in fiore e l’aroma del pane appena sfornato ci si imbatte in una realtà che può dirsi il cuore pulsante del paese: parliamo della Galleria d’Arte “Vero Stoppioni”, inaugurata nel 1990 allo scopo di esporre e conservare le opere realizzate durante le varie edizioni del Premio Campigna. Il museo prende il nome da un insegnante locale a cui si deve la nascita del premio e che credette fortemente nel sodalizio con le arti che prosegue ancora oggi, grazie alla passione di tutti gli “addetti ai lavori”. Poi nel 1992 si decise di istituire un parco di sculture all’aperto per ospitare ulteriori opere del “Campigna”, tra le quali Santa Sofia ’93 di Mauro Staccioli, Le vie del cielo di Eliseo Mattiacci (1994), L’esilio di Ulisse di Anne e Patrick Poirier (1997) e SUF S. Sofia di Cuoghi Corsello (2008). In attesa di scoprire l’autore dell’installazione di quest’anno, ricordiamo l’ultima acquisizione firmata dall’artista bolognese Flavio Favelli, composta da vecchi cancelli reperiti in zona e intitolata Black Avorio (2018).
Facciamo un passo indietro e torniamo alla Galleria Vero Stoppioni, in cui si trovano in permanenza cinque splendidi autoritratti di Mattia Moreni (1920, Pavia – 1999, Brisighella) che rientrano nella serie Regressione della Specie e Belle Arti, oltre alla sua grande opera polimaterica dedicata alla decadenza della società contemporanea intitolata Mistura, realizzata tra il 1976 e il 1984. Il maestro novecentesco partecipò a diverse edizioni del Premio e soggiornò a Santa Sofia per lunghi periodi, instaurando con la cittadina un rapporto privilegiato, tanto da spingere la collettività a definire la Galleria anche come la “Casa di Mattia Moreni”.
E’ proprio agli autoritratti moreniani che spetta il compito di dare simbolicamente il benvenuto a diciassette dipinti di Afro Basaldella (Udine, 1912 – Zurigo, 1976), accolti fino al 22 aprile proprio nella struttura museale di Santa Sofia. Moreni ospita Afro è infatti un’interessante mostra con la quale si intende mettere in luce il rapporto tra due pittori che ebbero molto in comune, a partire dall’adesione al Gruppo degli Otto, un gruppo per l’appunto di altrettanti artisti non figurativi attivi in Italia dal 1952 al 1954; gli altri membri sono stati Renato Birolli, Antonio Corpora, Ennio Morlotti, Giuseppe Santomaso, Giulio Turcato ed Emilio Vedova. Di Afro si potranno ammirare – come già accennato – diciassette opere gentilmente concesse dalla Fondazione omonima di Roma, al fine di fornire una panoramica il più possibile completa della sua produzione artistica compresa tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta. Si parte infatti da un Paesaggio con rovine del ‘35, per poi passare al linguaggio informale delle opere degli anni Cinquanta e Sessanta, fino ad arrivare al Ponte dei Pugni, uno splendido arazzo del 1975 realizzato un anno prima della morte dell’artista.
“Moreni ospita Afro”
Dal 17 febbraio al 22 aprile
Galleria d’arte contemporanea “Vero Stoppioni”, Viale Roma, 5, 47018 Santa Sofia (FC)
Per informazioni: Ufficio Cultura e Turismo associato tel. 0543-975428-29 – cultura@comune.galeata.fc.it – www.visitsantasofia.it
La Galleria è aperta la domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.
Nelle altre giornate, su richiesta e prenotazione telefonando allo 0543-975428 – 320-4309480